Da più di vent’anni segue le sorti del Catania. Chilometri e chilometri per seguire il ’46 anche nelle trasferte più calde e pericolose. L’ospite odierno per la rubrica Tifosi Mood è un amico della nostra redazione, ma soprattutto un tifoso passionale. Ai nostri microfoni risponde Dario Russo, abbonato ventennale in Curva Sud. Con lui abbiamo chiacchierato su alcune tematiche riguardanti il momento del club rossazzurro.
1) Dario, raccontaci della tua vita da tifoso del Catania. Da quanto tempo segui il club etneo? Qual è il ricordo più bello e quale quello più brutto che custodisci?
“La passione per il Catania mi è stata trasmessa da mio nonno e dai miei zii. Seguo il Catania dalla metà degli anni ottanta. Il ricordo più bello che custodisco è la vittoria per 1-0 sul Messina del 25 aprile 1999. Quella partita per me ha un significato speciale perché, grazie a quel successo, ritornammo in C1 riprendendoci ciò che ci avevano tolto ingiustamente nel 1993. Tra i ricordi più brutti posso annoverarne due: appunto, il 1993, anno in cui venne ufficializzata la radiazione del Catania e poi la vicenda dei “Treni del Gol”. Quest’ultima, è stata anche più brutta della radiazione, perché si è infangato indelebilmente l’onore della città e del club”.
2) Da tifoso quale sei, come hai preso la brutta sconfitta nel derby col Palermo? Cosa servirebbe, secondo te, per dimenticare questa disfatta?
“La sconfitta col Palermo rappresenta una nota molto negativa in una stagione tutto sommato positiva. Ho avuto la sensazione che sia la squadra che la società non hanno ben compreso quanto la piazza ci tenesse a questa partita e quanto fosse importante fare bene, anche in virtù della brutta prestazione nella gara d’andata. Per dimenticare questo brutto passo falso, mi piacerebbe eliminare il Palermo ai playoff o restituire questa sconfitta magari proprio a casa loro”.
3) Quali sono le tue aspettative da qui fino alla fine della stagione? Quali sono, secondo te, i punti di forza che può sfruttare il Catania e quali i punti deboli che possono creare intoppi nella corsa al miglior piazzamento in chiave playoff?
“Le mie aspettative da qui a fine stagione sono legate quasi esclusivamente alla definizione della trattativa di cessione a Tacopina. Il Catania, pur avendo fin qui disputato un buon campionato, secondo me non ha la forza tecnica per poter ottenere il salto di categoria. Dopo sette anni di Serie C, la piazza è stanca di campionati anonimi. Un punto di forza ai playoff può essere quello di avere meno pressione addosso perché non si è tra le favorite. I punti deboli, invece, sono la poca qualità della rosa, le poche alternative in attacco, dove Volpe è rimasto un oggetto misterioso e dove non esiste un attaccante da doppia cifra”.
4) Poco fa hai fatto un cenno sulla trattativa con Tacopina. Che idea ti sei fatto sul closing? Quali sono le tue sensazioni?
“Sono abbastanza ottimista che l’affare si farà, anche perché non ci sono altre strade percorribili. Tuttavia, penso ci debba essere maggiore chiarezza da parte dei soggetti coinvolti, anche per rispetto dei tifosi che da troppi anni soffrono. Bisognerebbe evitare dichiarazioni continue dove vengono indicate date, specialmente se poi puntualmente non vengono rispettate”.
5) Infine ti chiedo, se dovessi fare delle pagelle, come quelle che si fanno a scuola a fine anno, tra squadra, allenatore, dirigenza e società, chi promuoveresti e chi, invece, bocceresti?
“Se dovessi fare delle pagelle, darei una sufficienza a gran parte delle componenti, perché bisogna ricordare quali erano le condizioni di partenza e che l’attuale proprietà ha ereditato delle vere e proprie macerie dalla gestione precedente. Difficilmente ci si poteva aspettare un campionato ad altissimi livelli. Il voto più alto sicuramente lo merita mister Raffaele, la più lieta sorpresa della stagione. Il voto più basso, invece, lo do a quella parte di dirigenza che ancora insiste con atteggiamenti che tanto ricordano quelli della vecchia proprietà, ovvero poca trasparenza nelle dichiarazioni, sia sulla gestione della rosa, come per esempio i numerosi infortuni, oppure poca chiarezza sulla trattativa con Tacopina”.