Quando sentivo pronunciare l’espressione “Hai bellu Catania!”, sinceramente, non riuscivo nemmeno a comprendere il significato di ogni singola parola. Tendevo a formare una crasi “hai bellu”, e pensavo si trattasse di un sostantivo appartenente al vernacolo dialettale catanese stretto a me ignoto. Col tempo ho scoperto il vero significato dell’espressione soprattutto grazie alla visione di queste partitacce di Serie C.
In pratica significa che il Catania appartiene a tutti, sia a chi formula l’espressione, il mittente, sia a chi la riceve, il destinatario. Ma quando le gesta sportive dei giocatori in campo non sono meritevoli di elogi ecco che avviene un distacco immediato da parte del parlante che preferisce saggiamente liberarsi di questa patata bollente, estraniandosene e affibbiandola al primo malcapitato sostenitore rossazzurro.
Effettivamente dopo Catania-Teramo, quell’esclamazione colorita designava fedelmente l’andamento del match. Fortuna che non si è giocata nel primo pomeriggio ma è iniziata a ridosso del pranzo e si è conclusa quando il caffè ancora fluttuava nelle vene. Brutta, bruttissima, in certi frangenti inguardabile: gli etnei hanno toppato palesemente e, stavolta, nessun alibi e nessuna giustificazione potranno consentire a mister Raffaele e compagnia di redimersi con tre gol, più o meno fortuiti, al Bisceglie di turno.
Continuità. E’ l’unica possibilità che i rossazzurri hanno in mano per riscattare davvero la pesante sconfitta interna col Teramo e la prestazione indecifrabile e ingiustificabile nel derby col Palermo. Ormai ci sono dentro fino al collo, almeno fino a giugno. Per tutto il resto c’è H&M.
Francesca Tremoglie
(Fonte Immagine: CalcioCatania.it)