Ritorna la nostra rubrica del giovedì dedicata interamente ai tifosi del Catania. A rispondere alle nostre domande sarà Mario Licciardello, abbonato in Curva Sud e opinionista di Pianeta Catania. Con lui abbiamo disquisito del suo rapporto da tifoso con il Catania, del momento dei rossazzurri, del closing e, infine, un ricordo di Stefania Sberna.
1) Mario, innanzitutto raccontaci della tua vita da tifoso. Da quanto tempo segui il Catania? Quali sono i ricordi più belli e quelli meno belli che custodisci?
“Raccontarvi della mia vita da tifoso significherebbe parlarvi di 46 anni di vita. Nasco in una famiglia dove mio padre Andrea è un tifoso del Catania, ma di quelli che non conoscono la ragione, post-ponendola a quella che è la ragione dello sport. Fin da quando avevo tre anni, mio padre mi portava a vedere tutti gli allenamenti. I ricordi più belli partono dalla stagione 1980/81, quando inizio ad avere pure i miei primi idoli come Barlassina, Mastalli, Sorrentino e dopo Cantarutti. Ricordo con emozione una trasferta della stagione 1981/82: si giocava con la Cavese sul neutro di Reggio Calabria. Io partii con mio padre. Eravamo circa una migliaia. A pochi chilometri, a Catanzaro, giocava la grande Juventus che vinse lo scudetto, ma a me interessava solo del Catania”.
2) Venendo al presente. Che idea ti sei fatto di questa stagione? Ti aspettavi una reazione così veemente della squadra dopo l’esonero di Raffaele?
“Ho sempre sostenuto che il Catania può ambire tranquillamente al sesto/settimo posto, ma che per la forza del gruppo potrebbe sfidare chiunque senza alcuna paura. Proprio la forza del gruppo ultimamente è venuta a mancare e, con ogni probabilità, questo calo è costato la panchina a Raffaele. Bisogna dire che alcune scelte dell’ex tecnico rossazzurro non hanno valorizzato il gruppo. La prima di Baldini è andata bene. Adesso bisogna sperare che prosegua meglio. Il grande rammarico è aver lasciato tanti punti per strada, ma ho sempre creduto in questi ragazzi”.
3) Cosa ti aspetti da questo finale di campionato? Secondo te, la questione societaria può influire sulla testa dei calciatori?
“Da questo finale di campionato mi aspetto che il Catania possa conquistare quanti più punti possibili, che giochi con il massimo dell’impegno, che ogni giocatore capisca che sta giocando per una causa che non ritroverà mai più nella sua carriera. Non credo la questione societaria possa influire. È una vicenda che balza agli occhi della cronaca, di tutti noi tifosi, e che magari può tenere in apprensione anche i calciatori. Fino a quando loro vengono pagati, è giusto che facciano il loro dovere per una matricola e una squadra che ha una storia importante”.
4) Parlando proprio di closing. Pensi si arriverà una volta per tutte al passaggio di proprietà? Cosa ti aspetti dall’eventuale era americana?
“Penso che questa storia si chiuderà quanto prima con l’ingresso di Joe Tacopina, che avrà la possibilità di poter contare su una tifoseria che non ha eguali. La tifoseria del Catania c’è sempre stata, anche nei momenti più bui. Dalla gestione americana mi aspetto pianificazione e prospettiva, perché non è solo importante arrivare in Serie A e vincere, ma anche mantenere questi traguardi il più a lungo possibile”.
5) L’ambiente rossazzurro è scosso in questi giorni per la prematura scomparsa della giornalista, speaker e grande tifosa del Catania Stefania Sberna. Ti va di ricordarla con poche semplici parole?
“L’ambiente rossazzurro deve essere scosso per la perdita di una grandissima donna. Io ho avuto l’onore e il piacere di conoscere Stefania e suo marito Salvo da quando faccio orario per Pianeta Catania e quello che mi è piaciuto di queste due persone, oltre al fatto di essere grandi tifosi, è stato il presentarsi come persone per bene e con dei valori assoluti che, in un momento in cui questi valori faticano a farsi largo, mi hanno riconsegnato il vero significato della famiglia. Stefania è stata una grande donna, una grande tifosa. Voglio abbracciare Salvo e le sue figlie, che sicuramente hanno subìto una grande perdita, ma che sicuramente hanno supportato ed accompagnato Stefania in tutto questo calvario”.