l microfono di Catania Mood oggi amplifica la voce di Fabio Pagliara, Presidente di Ft Sportconsulting, Presidente della Fondazione Sport City, Vice Segretario Generale di Action Aid ed ex Segretario Generale della FIDAL.
Ma Fabio Pagliara è tanto altro ancora. E’ tra i promotori e fautori della salvezza del Calcio Catania, quando l’estate scorsa l’ha afferrata dai pochi capelli da ultrasettantenne che le sono rimasti, tirandola fuori dal baratro del fallimento grazie a un’intuizione visionaria, condivisa fattivamente con Maurizio Pellegrino.
Fabio Pagliara è un uomo venuto dal futuro che, fin da principio, ha immaginato di inserire il brand Calcio Catania in una prospettiva glocal cioè in grado di massimizzare il prodotto dipanando dai punti di forza locali (salvezza della matricola storica, storia in sé del club), una crescita globale del marchio, attirando nuovi investitori e creando sinergie tra piccoli e piccolissimi imprenditori locali, secondo la logica dell’azionariato diffuso, fino a “investitori senior” che garantiscano solidità finanziaria e fungano da volano non solo per il club ma anche per lo sviluppo territoriale.
Fabio grazie di aver accettato il nostro invito. Per noi significa tanto, nobilita il nostro lavoro e lo impreziosisce. Iniziamo dalla domanda forse più scontata ma, certamente, d’obbligo. Secondo te il closing si farà?
Premetto che vado a sensazioni non facendo parte dell’organigramma societario. Secondo me il closing si farà, rimango ottimista da questo punto di vista. Credo che Tacopina ha individuato una piazza giusta e utile per il suo progetto di calcio. I tempi sono dettati anche da fatti esterni non solo da Tacopina e SIGI. Io rimango fiducioso e confidente sull’abilità dei legali del Calcio Catania e degli amministrativisti a definire le varie questioni ancora sul debito e che si riesca a definire nel modo migliore.
Si vocifera che qualche investitore vicino a Joe Tacopina si sia tirato indietro di recente alla luce dei reiterati tentennamenti dei creditori istituzionali in merito alle querelle con SIGI. In che misura potrebbero influire sul closing o, comunque, sugli investimenti futuri della nuova proprietà?
Ci siamo scambiati un WhatsApp una settimana fa, ogni tanto ci scambiamo messaggini di in bocca al lupo e di buon lavoro. Penso di poter dire che c’è stima reciproca ma tutto qua per ora. Mi è sembrato desideroso di acquisire il Catania al più presto e iniziare il suo lavoro con entusiasmo per la piazza, per la città.
Focalizziamoci sull’aspetto sportivo. Pensi che il Catania dopo l’avvicendamento in panchina, possa recitare un ruolo da protagonista nella corsa alla Serie B attraverso i playoff?
Io nella parte tecnica entro sempre poco. La squadra è stata costruita da un amico, Maurizio Pellegrino, ne modo migliore possibile con le risorse a disposizione e credo che ci sia entusiasmo. Ai playoff può succedere di tutto. Per puntare seriamente al salto di categoria forse la campagna rafforzamento doveva essere più decisa ma si è creato un buon clima, voglia di fare, grazie all’ottimo inizio di mister Baldini. Col pubblico di casa presente sarebbe stato più facile. Gli aspetti legati al closing potrebbero rappresentare un volano maggiore e contribuire all’entusiasmo. Vediamo che tipo di ambiente si verrà a creare…
Se immagini un Catania con Fabio Pagliara inserito nell’organigramma societario, in che ruolo pensi di poter offrire un contributo maggiormente funzionale alla causa?
Speravo di poter dare qualcosa al Catania in termini di pieno sviluppo, innovazione, marketing sportivo, alla visione diversa che si deve avere nel periodo post Covid. Mi piacerebbe, semmai Tacopina immaginasse una mia posizione al Catania, occuparmi di questo, perché è ciò di cui credo di potermi occupare fornendo un contributo. Sarebbe un onore per me e un sogno dare qualcosa per Catania attraverso il Calcio Catania ma spero con l’assessore Parisi di fare presto qualcosa per Sport City. Mi piacerebbe fare qualcosa che so fare per essere utile e non avere un ruolo simbolico. Anche perché quello che si deve capire in tutti i modi, questa è una battaglia che sto cercando di portare avanti in tutte le azioni, il mondo dello sport è cambiato e le ripercussioni ci saranno per lungo tempo. La visione che deve accompagnare le società di oggi deve tenerne conto.
E’ stato scelto un allenatore giovane, dal curriculum ancora scarno ma solo per ragioni anagrafiche. Secondo te Baldini può rappresentare il profilo giusto anche in vista della prossima stagione pur se i rossazzurri non dovessero centrare la promozione in B? O, in tal caso, rimarrà solo un traghettatore?
E’ chiaro che dipenda molto dai risultati. Tacopina ha un progetto molto ambizioso quindi credo che questa sia classica risposta che dipende molto da come andranno le cose sul campo. Mi auguro che rimanga a lungo perché significherebbe che le cose vanno benissimo e a lungo (sorride, ndc), e che stiamo vincendo e magari anche riusciti a salire quest’anno facendo un miracolo. ma quest’anno il vero trionfo è stato quello di chiudere la stagione mettendo in sicurezza la società. Lo scudetto sarebbe completare l’iter di salvezza iniziato l’anno scorso e che l’ingresso di Tacopina venga completato e credo che possa entrare nel meccanismo glocal, con l’azionariato diffuso, non si tratta di una follia, ci stanno pensando altri, ma di meccanismi di coinvolgimento dei tifosi in maniera moderna e innovativa. Concentriamoci su questo risultato che rappresenta già la nostra promozione.
(foto: atelticalive.it)