Quanti tifosi sono stati costretti da cause contingenti a lasciare Catania per migrare verso i lidi gelidi del Nord Italia o, peggio, fuori dai confini nazionali. Il tifo per i colori rossazzurri, però, è qualcosa di imperituro, non conosce tempo né spazio, è impresso nell’anima ancor prima che nella stampa di una sciarpa.
Per tale ragione la nostra redazione ha ritenuto opportuno dedicare una rubrica ai tifosi DOC che per motivi di lavoro o di famiglia hanno lasciato il capoluogo etneo e, tra saudade e nostalgia, continuano a seguire le sorti del Catania in TV, attraverso la stampa, in qualsiasi modo possibile.
Oggi vi raccontiamo la storia di Michele detto Mike Malament che vive da anni a Firenze.
Come si vive a distanza la passione per i colori rossazzurri? Quando gli stadi erano aperti ai tifosi la sofferenza di non poter assistere dagli spalti alle partite quanto incideva sul tuo stato d’animo da tifoso DOC da 1 a 10?
“10! Per me vivere lontano da Catania è una sofferenza enorme. Nessuna TV potrà mai darmi le emozioni che ti regala il “Massimino”. Fortunatamente, quando posso seguo il Catania in trasferta. La trasferta più lunga, comunque, rimane sempre quella del “Massimino”.
La domanda sorge spontanea. Da dove nasce il soprannome Mike Malament?
“Il nick Mike Malament nasce durante un’operazione militare…Un collega fraterno napoletano mi ha chiamato così, in napoletano “Malament” significa cattivo, ribelle.
Diciamo senza, scendere in particolari che non posso raccontarvi che feci una ‘pazzia tattica’ praticamente da solo”.
Raccontaci un po’ di te. Di cosa ti occupi? Vivi con la tua famiglia?
“Io sono un sottufficiale dell’esercito e vivo a Firenze. Ho girato molte città a ‘causa’ della mia professione, ma sono orgoglioso di quello che faccio. Vivo con la mia compagna e il mio cagnolone”.
Ritieni che il Catania dopo la sconfitta di Catanzaro abbia ridimensionato definitivamente le proprie ambizioni oppure servirà da scossa per chiudere in bellezza la stagione regolare e provare a centrare l’obiettivo della promozione attraverso i play-off?
“La sconfitta di Catanzaro ci può stare. Anche perdendo, comunque, si sono visti i miglioramenti delle ultime partite. I ragazzi non mollano mai e per me è la cosa più importante, non sono mai stato schiavo del risultato anche se come tutti voglio vincere sempre. Adesso bisogna mantenere il quinto posto e affrontare i playoff nei migliori dei modi. A inizio stagione non ci avrei sperato, non ero molto fiducioso nella rosa, ma poi sono arrivati Piccolo e Russotto e mi sono ricreduto”.
Dappertutto si parla di Superlega. Secondo l’idea che ti sei fatto nel medio-lungo periodo potrà ledere i club meno ricchi oppure potrebbe aprire scenari impensabili e favorevoli?
“La Superlega è una porcheria di quei presidenti che della passione del tifoso se ne fregano altamente.
Credo che alla lunga purtroppo porterà lontano dai campionati molti tifosi da poltrona. Credo che i tifosi di Inter, Juventus e Milan siano almeno il 40% delle persone che seguono il calcio italiano. Ma io seguirò come sempre solo il Catania, anche se dovesse partecipare al torneo PSG (ride, ndc)”.
Cosa ti aspetti da Tacopina? Credi nel closing?
“Tacopina è l’unica alternativa. Non c’è simpatia o no. Senza Tacopina si ritorna indietro di due anni.
Io spero nel closing al più presto e mi auguro che oltre al calcio, Tacopina possa scommettere e investire sulla città. Ne abbiamo proprio bisogno. Catania è Catania”.