Coautore progetto volume “Tutto il Catania minuto per minuto“. Coautore per “Il rosso e l’azzurro. Catania, novant’anni di una maglia” e appartenente a due comitati: uno che contribuito al murales fuori dallo stadio con le vecchie glorie rossazzurre e uno per le ricerche storiche su Geza Kertesz. Per Catania Mood è un immenso piacere intervistare l’amico e tifoso Filippo Solarino.
Filippo, innanzitutto grazie per aver accettato l’invito. Seppur il campo passa in secondo piano, viste le vicende societarie che stanno tenendo in apprensione la piazza catanese, ti chiedo un giudizio sul campionato appena concluso dal Catania?
“Anche se giudicare tutto con l’ottica degli ultimi giorni è complicato, penso che il campionato del Catania non sia stato negativo. La Sigi ha fatto il possibile in una situazione di grande difficoltà, che adesso si è ulteriormente evidenziata. Non credo si potesse fare molto di più di quanto si è fatto. Tra l’altro, con la chiusura degli stadi per il Covid, penso che la piazza di Catania sia stata tra le più penalizzate in Serie C. Chissà cosa avrebbe potuto fare la squadra con l’aiuto del fattore campo. Magari avrebbe avuto più entusiasmo rispetto a come poi si è venuto a porre tutto, specialmente nella parte finale di stagione. Adesso è il momento di guardare avanti, nonostante tutto“.
Sigi-Tacopina: una trattativa lunghissima che sembrava prossima alla fumata bianca e, invece, in pochissimo tempo lo scenario è mutato in negativo. Ti aspettavi questa evoluzione?
“Io credo molto nelle frasi dei nostri padri. C’è né una che mi arriva per Tacopina: “chi arriva Papa ad un conclave, ne esce cardinale”. A mio avviso, questa storia è andata avanti troppo per le lunghe e credo che alla fine i nostri interlocutori siano arrivati stanchi. La mia sensazione, anche se non è suffragata da fatti, anche perché in questo la stampa istituzionale non ci aiuta mai perché non fa mai informazione d’inchiesta, è quella che Tacopina possa aver perso gran parte dei suoi finanziatori iniziali. Credo che questo sia dovuto a tutta la difficoltà nella chiusura della trattativa, che adesso, essendo andata troppo avanti, mette a rischio la vita del Catania”.
Ripartenza o sopravvivenza: una spaccatura nella tifoseria tra chi non vuole rinunciare alla matricola 11700 e tra chi, invece, stanco di questi ultimi anni pensa ad un nuovo inizio. Il tuo parere in merito qual è?
“Allora, io ritengo che la questione della spaccatura si evidenzia principalmente sui social. Catania è ridondante di pagine su Facebook quasi come né avrebbe una squadra da Champions. Tempo fa lessi che il Catania ha su Facebook più pagine del Real Madrid. C’è un sovraccarico di informazioni che spesso non fa bene. Posto che l’auspicio è quello che il Catania possa salvarsi ancora una volta, ma se dovesse andare male, che facciamo? Demoliamo il Massimino proprio adesso che il sindaco Pogliese lo vuole rimodernare? Vogliamo impedire agli under 30 di seguire la squadra della loro città? Beh, io credo che non sarebbe giusto. Auguriamo che, comunque, il Catania 1946 possa salvarsi, anche perché a me personalmente mi legano tanti ricordi con mio padre, al quale devo la passione per questi colori. In ogni caso, la bandiera rossazzurra non si potrà mai ammainare. Dovrebbero radere al suolo la città, purché quella bandiera si ammaini e forse nemmeno in quel caso si potrebbe ammainare. Ognuno può interpretare queste mie parole come vuole, ma questo è il mio pensiero”.
Filippo, tu sei stato ideatore di tante iniziative riguardanti il Catania e anche di alcuni libri sulla storia del club etneo. Vuoi parlarcene e, magari, aggiornarci su qualche nuovo progetto per il futuro?
“Diciamo che abbiamo fatto un bel gioco di squadra in questi anni, perché il volume “Tutto il Catania minuto per minuto” è stato un bellissimo successo, tanto da essere esaurito da anni. A questo poi c’è stato anche lo spin-off della storia di Geza Kertesz che Roberto Quartarone ha mandato avanti con un suo bellissimo libro “Due eroi in panchina” anche col mio aiuto per alcune ricerche storiche. Abbiamo fondato anche un comitato su Geza Kertesz, e circa un anno fa abbiamo scritto l’ultimo libro “Il rosso e l’azzurro. Catania, novant’anni di una maglia”. Il prossimo obiettivo sarebbe la terza ristampa del volume “Tutto il Catania minuto per minuto”, però quest’incertezza temo che freni il nostro editore, perché dovremmo fare tutte le ultime dieci stagioni. Tra l’altro ci sono tante altre chicche storiche che abbiamo trovato, perché la ricerca storica non si ferma mai. Oltre a chi ha scritto il volume, della squadra fa parte anche Sergio Capizzi, Salvo Giglio, che a mio avviso è una grande speranza per la letteratura catanese, Emanuele Rizzo e Piero Armenio. Fra l’altro, Emanuele è stata la persona a cui dobbiamo tutta l’idea del murales che ha colorato le mura esterne del nostro stadio, al quale ho collaborato anche io. Colgo l’occasione per citare anche altri due coautori come Alessandro Russo e Antonio Buemi. Le iniziative non mancano mai, però è chiaro che adesso speriamo la squadra del nostro cuore vada avanti, che ce la faccia nonostante tutto per l’ennesima volta. Tante volte noi, nei nostri racconti abbiamo raccontato di momenti molto difficili per il Catania, ma che sono sempre stati superati. Speriamo possa andare anche stavolta così”.