Catania, Salernitana e Livorno. Apparentemente l’unico nesso potrebbe essere rappresentato dai collegamenti via mare che, se tracciassimo tre linee immaginarie, unirebbero i rispettivi porti disegnando un triangolo di speranze. Ma non solo: se Catania e Livorno sono alle prese con vicende societarie spinose e in costante evoluzione, a Salerno, una volta smaltita la sbornia della promozione, in attesa di leggi ad hoc che consentano a Lotito di guidare il club eludendo il conflitto di interessi (è già proprietario della Lazio in Serie A, come noto), occorre trovare nuovi investitori pronti a garantire continuità e, soprattutto, l’iscrizione regolare al prossimo campionato di massima serie.
QUI CATANIA
Allora cosa unisce le tre piazze? Al porto di Catania, dopo gli americani, pare sia attraccata una nave ricolma di speranze ancora una volta anglofona: è la variante maltese a spadroneggiare in queste ore al centro sportivo di Torre del Grifo dove proseguono le interlocuzioni e le valutazioni dell’attuale asset societario del sodalizio rossazzurro, corredato di documentazione fiscale in favore degli imprenditori che stanno mostrando interesse verso il club ma che hanno poco tempo, giorni a dire la verità, per stabilire se farvi ingresso come investitori esterni, interessarsi all’eventuale acquisto del pacchetto azionario dopo che SIGI adempierà alle scadenze fiscali incombenti o lavarsene le mani.
QUI LIVORNO
Sulla sponda labronica, il Livorno tira un sospiro di sollievo quando ormai il destino del fallimento sembrava segnato: il comitato “Livorno Popolare” ha formulato un’offerta ben strutturata di 1,3 mln ma, conditio sine qua non, l’AS Livorno Calcio dovrà estinguere tutte le posizioni debitorie pregresse (un po’ come Tacopina ha sempre preteso dalla SIGI), che nel caso specifico sono senz’altro più esigue rispetto a quelle del club rossazzurro: “solo” 3mln di euro.
QUI SALERNO
Alcuni imprenditori locali, sulla falsariga del crowdfunding promosso dal gruppo Facebook catanese, Matricola 11700, ha proposto una forma di azionariato popolare anche in casa granata, con l’imprenditore Luigi Snichelotto, partner di Mc Donald’s Italia, che si è fatto promotore di questa lodevole iniziativa mirata a restituire al popolo salernitano la squadra più rappresentativa della città in Serie A dopo 23 anni (a noi catanesi ricorda qualcosa: 28 maggio 2006, i rossazzurri tornarono nella massima serie proprio dopo 23 anni d’attesa). Un network che dovrebbe includere imprenditori locali, politici e, perché no, tifosi salernitani. Un modello da seguire anche per il Catania dato che i tempi, pur se stretti, sono praticamente i medesimi.