Partiamo dalle rassicurazioni ulteriori, dopo quelle pronunciate nella conferenza stampa dell’11 maggio, del presidente della SIGI, l’avvocato Giovanni Ferraù:
“La squadra rossazzurra sarà iscritta al campionato – ha dichiarato ieri ai microfoni de “La Sicilia”-. Stiamo esaminando attentamente la situazione e contrariamente a quanto possa sostenere qualcuno, il Catania parteciperà al prossimo campionato. Abbiamo delle interlocuzioni in corso e non abbiamo chiuso le porte a nessuno”, nemmeno a Joe Tacopina che oggi tra le colonne de “La Sicilia” ha dichiarato: “La trattativa con SIGI non si è affatto finita. Aspetto ancora i documenti sulla riduzione del debito come ho detto fino a qualche ora fa ai vertici della SIGI”.
Mentre prosegue imperterrita la diatriba interna alla tifoseria di strenui sostenitori del numero di Matricola 11700 e “accettatori seriali” ma giudiziosi, che accoglierebbero l’eventuale fallimento solo dinnanzi a un progetto serio, ecco dipanarsi all’orizzonte una costola di estremisti del distaccatisi dal gruppo “accettatori” , gli Yes Man pronti ad accettare qualsiasi cosa, qualsiasi verdetto, qualsiasi limbo o compromesso-fantoccio, pur di rimanere in Serie C, oppure D, oppure qualsiasi cosa purché esista il Catania.
E’ un momento in cui proliferano i narratori onniscienti di questo racconto thriller: qualcuno esprime sui social il proprio punto di vista come se fosse il Verbo, altri (pochi a dire il vero), accettano le critiche, altri ancora si specchiano come se potesse essere Narciso il prossimo acquisto del Catania.
Nessuno di noi è esente da colpe, da un pizzico di sano o malsano esibizionismo mediatico e social né capace di liberarsi dalle proprie convinzioni (che abbiamo anche noi ovviamente, ma siamo pronti a stracciarle e calpestarle energicamente in nome del Catania).
La verità non è una sola e neppure tante. La verità è unicamente quella che sarà certificata dai tribunali, dalla Co.Vi.Soc, dalla SIGI, e che, finalmente e dopo mesi di attesa, ci verrà svelata. Poi ognuno sarà libero di recarsi o meno allo stadio perché il numero di matricola cambierà, o di andarci solo perché non è cambiato ma vivacchiando alla berlina, con lo sfondo di “lupi”, “galletti” e “aquile” ridens.