Trattandosi di un’isola, l’idea di uno spazio senza tempo sospeso sul mare, ci fa sentire al sicuro perché essere attorniati solo da una sterminata distesa d’acqua, quell’abbraccio ultramillenario, atavico, che ci cinge e ci coccola, sembra allontanarci dal pericolo di derive.
Invece no, almeno nel calcio. Catania, Palermo e Trapani, in queste ore, si giocano il loro destino. Deriva o abbraccio?
CATANIA
Ieri per il club di Via Magenta è arrivata l’ennesima doccia fredda: la richiesta di Catania Servizi Srl di un sequestro preventivo di 3 mln di euro al Calcio Catania SpA, un flagello di questi tempi. Oltre alla proposta conciliatoria in via di definizione (sì, da mesi ormai), con Agenzia delle Entrate di Palermo e Comune di Mascalucia, ennesima gatta da pelare per la SIGI che non trova pace pur avendo fornito il 31 maggio le garanzie riguardanti l’indice di patrimonializzazione alla Co.Vi.Soc.
Futuro tutt’altro che chiaro, con la compagnia aerea Wizz Air pronta a investire come sponsor per ottenere un tornaconto economico indiretto anche grazie alle nuove tratte continentali da e per Catania.
PALERMO
Di Piazza, uno dei maggiori investitori del club rosanero, lascerà club e 40% di azioni l’11 giugno. Il presidente Mirri è alla ricerca di un nuovo socio che immetta liquidi nelle casse di Via del Fante per ambire alla promozione in B ma, finora, solo pour parler.
TRAPANI
Alla fine potrebbe essere la cordata che fa capo a Pizzarotti, che portò il Parma dalla D alla A, a salvare la baracca granata. Gli imprenditori sarebbero interessati ad acquistare il titolo sportivo del Dattilo 1980, società militante nel campionato di Serie D, Girone I, con sede a Paceco (TP).