Fabio Pagliara ha concesso giovedì un’interessante intervista ai colleghi di “Globus”, artefice non solo della Sport Investment Group Italia che ha salvato il Calcio Catania lo scorso anno ma anche del brand “Matricola 11700” a cui la piazza si appiglia ma che molti amanti della numerologia, prima del suo avvento, sconoscevano o quanto meno vi anteponevano e si identificavano con “1946” , “95100” o il prefisso telefonico etneo “095”:
“Tacopina è un uomo d’affari, è venuto qui svolgendo il proprio lavoro da broker e le risposte sono state incongruenti. Tutto è diventato uno show.
Ci siamo lasciati coinvolgere da un clima di entusiasmo e sogno, è stato un gravissimo errore questo. Tutti abbiamo mitizzato le potenzialità di Tacopina che voleva realizzare un’opportunità acquisendo il Catania.
Avere un’esclusiva così lunga con Tacopina come clausola contrattuale, senza alcun piano B avvicinandosi a delle scadenze improrogabili era estremamente pericoloso, dal punto di vista della strategia manageriale è stato un errore perché si è puntato tutto su una sola opportunità. Lo puoi fare se hai le spalle sufficientemente larghe”.
Analizzando le dichiarazioni di Pagliara, anche se potrebbe risultare superfluo, ci si rende conto che SIGI forse era consapevole, quando ha acquistato il Catania l’anno scorso, di non poter fronteggiare un piano industriale complessivo da 54,5 mln di euro come annunciato esattamente un anno fa, il 25 giugno 2020, dalla dirigenza. L’attenuante della pandemia non può bastare.
Ciononostante, la società attuale sta facendo il possibile e l’impossibile per procedere all’iscrizione della squadra al prossimo campionato. Il presidente Ferraù, sempre in prima linea con il suo ottimismo contagioso, posta quotidianamente cifre e causali del cuore: avrà peccato di ingenuità, avrà anche commesso errori sul piano della comunicazione societaria ma è il classico comandante che abbandonerebbe la nave per ultimo se stesse affondando. C’è aria di fiducia intorno alla società, confortata dai numeri della raccolta fondi “Uniti per Catania”. Dopodomani l’ardua sentenza.
(foto: atelticalive.it)