Correva l’anno 2007. Catania, Messina e Palermo, in rigoroso ordine alfabetico, giocavano a San Siro contro Milan e Inter, all’Olimpico di Torino contro la Juventus in procinto di demolire il Delle Alpi e all’Olimpico di Roma contro giallorossi e Lazio.
Sono lontani anni luce i tempi d’oro della “Trinacria”, fugaci ma felici. Il Messina chiuse al 20simo posto, retrocedendo in Serie B, il Palermo si piazzò immediatamente alle spalle delle grandi, al 5°, i rossazzurri tredicesimi con 41 punti in cascina.
Ieri, l‘Acr Messina, club storico peloritano nonostante lo stemma tradizionale campeggi sullo scudetto dell’F.C. Messina che si è arreso nel “derby interno”, piazzandosi al 2° posto, ha centrato la promozione in Serie C e, non ce ne vogliano le squadre che comporranno una sorta di B2, il fascino di poter annoverare le tre maggiori piazze isolane nella medesima categoria mette in secondo piano qualsiasi altro top club.
Certo, non sarà una corsa a tre per la promozione, tutt’altro. Bari e Catanzaro puntano al bersaglio grosso, il Messina deve ancora smaltire la sbornia post-promozione, il Palermo è alla ricerca di se stesso dopo l’addio dell’imprenditore italo-statunitense Di Piazza che deteneva il 40% del pacchetto azionario mentre, il Catania, deve ancora comprendere cosa potrà fare da grande in base alle risorse che riuscirà a racimolare in corso d’opera.
Ciononostante, la goduria nel vedere Catania, Palermo e Messina, stavolta in “ordine d’arrivo” rispetto alla passata stagione con i giallorossi che si presentano ai nastri di partenza come matricola, ci riporta indietro ai fasti di un tempo e, per un attimo, possiamo distogliere l’attenzione dalle turbe pre-campionato…