Un tumulto di trepidazioni, una partita densa di emozioni per italiani, argentini, catanesi e napoletani che si sentono sia italiani che argentini. Azzurri contro Seleccion, Messi contro Jorginho ma anche Matteo Pessina contro il Papu Gomez.
Vedere sul tetto d’Europa due giocatori che hanno indossato la maglia rossazzurra ci fa gongolare, con le dovute differenze dato che il giovane attaccante dell’Italia è transitato sotto l’Etna solo per qualche mese quando era ancora un talento acerbo in procinto di trasformarsi in cigno.
Il primi aculei bianchi del Papu Gomez, invece, sono sbucati dal suo viso proprio tra quelli dell’erba del “Massimino”. Un fuoriclasse che si è forgiato tra granite e arancini prima di approdare nella “sua” Bergamo, prendersi l’Atalanta, ascendere fino alla Champions League e, infine, volare a Siviglia e vincere la Coppa America con l’Argentina.
Italia-Argentina ci riporta alle “Notti Magiche” di Italia’90, all’eterno mancino beato di Maradona che, invece, si sentiva mezzo argentino e mezzo napoletano. Si giocherà a dicembre 2021 o al massimo a gennaio 2022 la Coppa Maradona, ovviamente nell’impianto del capoluogo partenopeo, una sorta di “campo neutro” dove l’azzurro del Napoli conferisce una magica continuità cromatica con quello della nostra Nazionale e, parimenti, abbraccia il bianco della selezione argentina in un trionfo di sfrenata e celestiale “maradonite”.
Il Catania è osservatore speciale di un match che riconcilia con il calcio abbattendo barriere spaziali e temporali, concedendosi persino il lusso di riportare in vita il mito di Maradona grazie all’accordo tra Uefa e Conmebol e all’approvazione/benedizione della Fifa.
Italia-Argentina è Catania che si gode due campioni, Pessina e Gomez, un duplice orgoglio rossazzurro che conferma la bontà della nostra piazza, capace anche di attrarre o allevare i fuoriclasse del futuro; è Napoli, vulcanicamente legata alla nostra città, dove sole, mare e bella gente sembrano disegnare un asse nell’aere invisibile agli occhi ma essenziale al cuore.
Ma è anche il trionfo del calcio latino, del temperamento italico e di quello sud americano, è una gara di colore che porta con sé il gusto nostalgico del passato, intriso di speranza per il futuro: che sia la salute mondiale o che sia, con il dovuto rispetto per “i problemi seri”, un boato frastornante che risvegli gli animi, l’imprenditoria locale, e ricordi alla nostra Catania che il calcio, da noi, merita di indossare una maglia numero 10 come quella di Maradona: sontuosa, storica, sprezzante del pericolo, votata al futuro.
(fonte foto: fanpage.it)