In vista della bella stagione abbiamo deciso di continuare a proporvi questa rubrica con un tocco un po’ particolare, una sorta di summer edition del limbo rossazzurro, tra la settimana precedente e quella che verrà.
Il 23 luglio è diventato uno dei giorni “da ricordare” se facciamo riferimento alla storia del Calcio Catania, infatti lo scorso anno, in data odierna, la SIGI (Sport Investment Group Italia) si aggiudicava l’acquisto dello stesso attraverso un’offerta pari a 1 milione e 329 mila euro, in seguito all’apertura delle buste con procedura competitiva, salvando di conseguenza la matricola 11700 che rischiava davvero di scomparire.
La SIGI dunque, ha accettato di intraprendere questo arduo percorso, facendosi carico dei debiti complessivi e delle spese necessarie per la salvezza prima, e per il rilancio della squadra poi. Ma ad un anno di distanza, cos’è cambiato realmente?
Il primo campionato del Catania in Serie C targato SIGI è stato caratterizzato senza dubbio da alti e bassi, con un quinto posto finale dopo una stagione travagliata a causa dei problemi relativi al Covid tra cui stadi chiusi con conseguente assenza di introiti. Bisogna essere realisti, tutto sommato il quinto posto è un risultato soddisfacente per una squadra che è stata costruita con pochissimo budget a disposizione, ottenendo 14 vittorie, 11 pareggi e altrettante sconfitte, ma soprattutto dopo ciò che era successo in estate, il classico anno di transizione.
Ad oggi, la situazione è pressoché la stessa: difficoltà economiche, mancanza di introiti, tanti debiti da affrontare, e pochissimo budget a disposizione per il mercato, senza dimenticare il sequestro conservativo di 3 milioni di euro con udienza fissata a martedì 10 agosto. Nonostante ciò, la società si sta impegnando per costruire una squadra ancor più competitiva rispetto alla passata stagione, infatti sono già sei gli acquisti (Stancampiano, Truppo, Sala, Ceccarelli, Russini e Monteagudo) ma soprattutto bisogna sperare in una riapertura degli stadi che garantirebbe qualche entrata a livello economico. Allo stato attuale infatti, secondo il sottosegretario allo sport Valentina Vezzali, potrebbe esserci una capienza del 75% per gli impianti sportivi all’aperto e del 50% per quelli al chiuso in zona bianca e, in zona gialla, aumentare gli attuali limiti massimi di 1000 persone all’aperto e 500 al chiuso.