Potremmo leggere un buon libro, “sdivacarci” sulla sabbia dorata, costruire castelli con i bambini per poi piangere insieme a loro quando ci passa su un cagnolino scalpitante che vede il mare per la prima volta e non sta nella pelle pelosa: si tuffa, sguazza, esce fuori e si scrolla via di dosso l’acqua salata schizzando sui bagnanti.
Scene di ordinaria estate catanese, intervallati da pasta al forno e parmigiana che duellano nell’aere a suon di profumi per prevalere l’una sull’altra poi, questa scena idilliaca si conclude con un signorotto attempato che, a pochi metri dalla battigia giace supino e dormiente, avvolto da fogli ora rosa ora bianchi e neri, che il vento ha deciso di gettargli sul volto.
Si sveglia e inizia l’incubo. Era arrivato da pochi minuti alla Spiaggia libera n° 2 e tosto si era assopito. I titoli de “La Gazzetta dello Sport” e de “La Sicilia” ne hanno turbato serenità e sogni. Stava sognando il gol del 3-1 all’Inter, siglato dal Malaka Martinez, e ballava all’unisono la sua dance snodabile direttamente dalla Curva Nord.
Carte bollate, tribunali, udienze, sentenze, penalizzazioni inflitte al Catania causa pignoramento, difficoltà oggettive nel “fare mercato”, trattativa con gli americani fallita ormai da settimane, società in balia dei creditori, pubblici e privati, stagione agonistica alle porte.
La stagione balneare del tifoso catanese è così: sole, che scalda e poi brucia, mare, che rinfresca e poi ti inghiotte e sabbia che riluce e poi diventa cenere…
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