Ancora una volta per il rotto della cuffia, con l’acqua del mar Ionio alla gola, il Catania dovrebbe riuscire a mettere una pezza e scongiurare l’esodo dei tesserati e un’ulteriore penalizzazione.
La ricapitalizzazione dei soci, gli strenui sostenitori accaniti e convinti di SIGI e i dissidenti recentemente convertiti alla dimensione sensibile del cuore, devono versare entro oggi le quote necessarie per raggiungere la cifra di circa 500mila euro per assolvere la fideiussione a garanzia dello sforamento del tetto ingaggi fissato dalla Lega Pro alla soglia di 1 milione di euro ed evitare di svincolare i nuovi tesserati, liberando anche un paio di contratti onerosi inerenti alla scorsa stagione.
Se, nella giornata di sabato, l’accordo verbale tra i soci sembrava foriero di buone notizie, ieri in serata non sono giunte buone nuove da Torre del Grifo e il peso dell’attesa è diventato improvvisamente schiacciante.
Il Catania rischia di dover attingere massivamente dalla Primavera-Berretti per completare l’organico oltreché di perdere parte dello staff tecnico che, in caso di mancata fideiussione, potrebbe decidere di dimettersi (Maurizio Pellegrino, Vincenzo Guerini e mister Francesco Baldini in primis). Ora, è inutile sottolineare che queste soluzioni al cardiopalma non possono proseguire per l’intera stagione agonistica ad ogni scadenza, ad ogni bolletta, ad ogni pagamento delle mensilità ai tesserati.
Quindi, ribadendo per l’ennesima volta che la speranza di tutti coloro che pendono dalle labbra di nostra signora Catania sarebbe quella di portare a termine la stagione con dignità e, magari, in corso d’opera accogliere investitori nostrani o esteri per consolidare l’attuale assetto societario, ribadiamo parimenti che rischiamo, tutti, di ammalarci di cuore. La piazza merita serenità ancor prima che risultati. Tra poche ore conosceremo il verdetto sulla fideiussione che, se dovessero rivelarsi positivo, rappresenterebbe solo la prima tappa di un percorso incerto a tempo indeterminato.