Ai microfoni di Catania Mood per la seconda volta in pochi mesi. Dario Garibaldi, in veste di grande tifoso rossazzurro, risponde alle nostre domande sulle ultime vicende legate al club etneo. Sostenitore abbonato in tribuna B da diversi anni, ha spiegato il suo punto di vista sulle diverse tematiche che tengono banco a Torre del Grifo.
Dario, grazie per aver accettato questo nuovo invito di Catania Mood. Come stai?
“Tutto bene personalmente, male purtroppo calcisticamente. Ma qui credo lo siamo tutti. Grazie invece a voi per l’opportunità che date a noi semplici tifosi di poter esprimere le nostre opinioni e i nostri stati d’animo”.
Prima di dare spazio agli aspetti societari, ti chiedo un giudizio tecnico su queste prime uscite del Catania.
“Le prime uscite del Catania mostrano essenzialmente due aspetti. Il primo, la mano del tecnico che ama giocare in maniera propositiva e non difensiva. Peccato purtroppo che raccolga (a livello di punti) meno di quel che semini, passaggio del turno di coppa Italia compreso.
Il secondo, che è appunto il motivo di questo raccolto molto povero, è una squadra costruita solo per diminuire il monte ingaggi. I capisaldi della rosa dello scorso anno, grazie ai quali avevamo fatto un campionato più che dignitoso, non sono stati confermati e nemmeno sostituiti in maniera adeguata. Riguardo ai giovani ingaggiati, si sa ci vuole tempo perché ingranino e soprattutto un’organizzazione societaria adeguata, purtroppo credo non abbiano né l’uno e nell’altra”.
Dopo Tacopina e i maltesi anche questo fantomatico imprenditore romano si è tirato indietro. Secondo te, come mai tutti i papabili interessati ad un certo punto fanno dietrofront?
“Anche qui, sostanzialmente i motivi sono due. Primo, il monte passivo del Catania è enorme ed occorrerebbero dei provvedimenti seri, tra l’altro indicati perfettamente dallo stesso Tacopina (sicuramente il più credibile dei soggetti che si sono interessati a rilevare il Catania), che tendano alla riduzione del debito, tramite l’istituto della transazione, ed alla sua certificazione tramite l’omologa di un tribunale. E qui veniamo al secondo motivo, il prendere incredibilmente tempo nelle trattative e l’incapacità di Sigi, per motivi ancora non comprensibili, di fornire le garanzie necessarie ai creditori istituzionali e privati e lavorare in questo senso”.
In queste ore si vocifera di una possibile operazione che vedrebbe dare in gestione, da parte della Sigi, il centro polifunzionale di Torre del Grifo. Qual è la tua opinione in merito?
“TdG è stata la cosa più importante e seria fatta in questi 75 anni di storia del Calcio Catania 1946 matricola 11700. La risorsa che ci rende molto più appetibili (anche qui, come detto da Joe Tacopina quando lo visitò) rispetto ad altre piazze di pari blasone. Darlo in gestione, peraltro con un mutuo che ancora grava su di esso, non ha senso e pare solo l’ennesima operazione per tirare a campare, che scoraggerà, in aggiunta al monte passivo di cui sopra, eventuali possibili investitori. Invece, secondo il mio modestissimo punto di vista, TdG andava riaperto a pieno regime, così come hanno fatto colossi del fitness come Virgin e McFit. Perché ci siamo dimenticati che prima della pandemia il centro fatturava cifre importanti ogni anno, ripagandosi da solo e tenendo in vita il Catania nonostante il crollo dell’impero di Pulvirenti”.
Oramai è diventata una divisione tra tifosi che sperano nel miracolo per salvare la matricola, e altri che, invece, avrebbero preferito ripartire da zero ed azzerare tutti i debiti. Tu di che partito sei?
“Sicuramente sono per la matricola, di cui tralascio lo spiegare per l’ennesima volta cosa rappresenta per il tifoso rossazzurro e quale tributo di sangue c’è costata. Ho già spiegato prima, mio modestissimo parere s’intende, che la strada per salvarla e rilanciarla esiste. Ristrutturazione del debito e omologa. Peraltro ritengo, sempre mio modestissimo punto di vista, che il fallimento non da alcuna garanzia di rinascita nel breve periodo, come qualcuno, non so su quali basi, va sostenendo. Soprattutto considerando il fatto che un nuovo Catania non avrebbe più TdG, che automaticamente diverrebbe di proprietà del Credito Sportivo, dunque che interessi seri potrebbe attrarre una società siffatta, rispetto ad un Palermo o un Messina?
Infine consentitemi un’ultima cosa. Da più parti leggo e sento che saremmo prigionieri di questa matricola. Per me, nulla di più sbagliato, anzi lo trovo un voler coprire il sole col setaccio.
Io penso, che se dal 2014 non stiamo più vedendo la luce, è perché, invece, siamo prigionieri della vocazione furbesca e mercantile di una certa imprenditoria catanese. Se ci riflettiamo bene, pur con i suoi distinguo, la logica che ha portato all’abbraccio mortale con Cosentino (la madre dei nostri guai) è la stessa che ha portato Tacopina a preferire la Spal al Catania”.