Appigliarsi ai torti arbitrali sarebbe da stolti. E’ palese che nelle ultime due giornate, contro Catanzaro e Turris, i direttori di gara abbiano subito abbagli ma è pur vero che nelle restanti quattro, il Catania è riuscito a festeggiare la vittoria solo contro la Fidelis Andria che non ci è sembrata proprio una corazzata.
Il cambio di modulo, dal canonico 4-3-3 allo speculare 3-4-3 con effetto sorpresa per la Turris non solo non ha funzionato ma ha palesato ulteriormente i limiti della rosa. Pecchiamo d’esperienza, di carisma, persino di ingenuità. Non ne va una dritta perché i fischietti stridono con ciò che accade in campo e i protagonisti sono capaci di sbagliare anche senza pallone tra i piedi (il secondo giallo meritato da Russini è inaccettabile e non ha nulla a che vedere con il primo, inventato dall’arbitro).
L’evanescenza della linea mediana, zona nevralgica del campo in cui si vincono notoriamente le partite, e una retroguardia “a maglie aperte”, che offre corridoi e incespica su se stessa anticipando di qualche mese i regalini di Natale, non lasciano ben sperare. I senatori tornino a orazioni persuasive catechizzando i giovani; i giovani facciano i giovani, evitando di addossarsi eccessive responsabilità. In tal senso, il recupero di Claiton potrebbe essere la chiave giusta per riassettare la linea difensiva. Intanto però, urgono punti.
(foto: calciocatania.it)