Eccezionalmente di martedì, torna la nostra rubrica dedicata interamente ai tifosi del Catania. Oggi, risponde alle nostre domande Marco Sapienza. Da anni abbonato in tribuna B, con lui si è chiacchierato sul difficile momento che vive il club rossazzurro. Oltre ad un giudizio tecnico, il nostro amico si è espresso anche sulla tribolata questione societaria. Buona lettura.
Marco, innanzitutto grazie per aver accettato questo nuovo invito di Catania Mood. Come stai?
“Ciao ragazzi, sto bene ed accetto volentieri il vostro invito per esporvi la mia umile opinione da tifoso del Catania”.
Prima di toccare i tasti dolenti, qual è il tuo giudizio sull’ultima gara del Catania concluda con la vittoria sulla Juve Stabia?
“La vittoria sulla Juve Stabia dimostra che questa squadra, che ha certamente grossi limiti, in special modo in difesa, ha anche delle buone individualità come Greco, Moro o Russini. Purtroppo le lacune ci sono, non lo si può negare. Entrare in zona playoff, già sarebbe un grosso successo”.
Queste sono ore calde per il futuro rossazzurro. L’assemblea di ieri sera non ha portato novità: qual è la tua idea in merito?
“Dall’assemblea di ieri sera non mi aspettavo nulla. Una società che afferma di puntare alla promozione e una settimana dopo chiede una colletta, dimostra chiaramente di essere una nave senza rotta. Gli eventi che si sono susseguiti, come i mancati stipendi di luglio, ripeto luglio, mi fanno pensare al peggio”.
Come giudichi il silenzio della Sigi sulle questioni societarie? Oltre alla comunicazione, quali errori gravi, secondo te, ha commesso questa società?
“Non è solo la comunicazione il problema. Non si può non ricapitalizzare, perché per andare avanti servono i soldi. Non puoi pensare solo al debito, ma devi pensare pure alle spese vive. Sono imprenditori, credo dovrebbero saperlo abbastanza bene che per portare avanti un’impresa ci vogliono i denari. Il Catania è una S.p.A., non un S.r.L. Non si può sempre stare a speranza che arrivi l’aiutino economico dall’esterno. Sinceramente resto basito dal loro comportamento”.
Esiste, secondo te, una possibilità per evitare la fine peggiore del Catania? Se si, quale?
“Da assoluto ignorante in materia, ti dico che ho visto diverse società presentare i libri in tribunale e che dopo essere fallite hanno consegnato il titolo al curatore fallimentare. Il titolo sportivo, checché se ne possa dire, non è proprietà del Calcio Catania. Il titolo sportivo viene attribuito dalla Federcalcio. Qualora un curatore fallimentare, in un’istanza di fallimento, avesse un’offerta per la rivelazione di tale titolo, ovvero disponibilità a pagare i debiti solo di tipo sportivo, e non tutto il monte debitorio, beh il curatore fallimentare di concerto con la FIGC potrebbe attribuire il titolo sportivo. Finirebbe la storia della matricola, ma sarebbe garantita la continuità sportiva della stagione, garantirebbe la permanenza dell’attuale nome e, tutto sommato, dal punto di vista del tifoso sarebbe tutto assolutamente trasparente. È stato fatto con il Bologna, con l’Hellas Verona e di recente con l’Ascoli Picchio. Mi piacerebbe che qualche avvocato che ne capisse di diritto sportivo mi rispondesse se questa soluzione è percorribile pure per il Catania. Concludo dicendo che se la baracca crolla, la colpa sarà anche di SIGI, ultima proprietaria del Calcio Catania 1946”.