In vista della gara odierna tra Catania ed Avellino, in programma stasera allo stadio “Angelo Massimino”, abbiamo sentito il giornalista Domenico Fabbricini (TuttoAvellino.it). Con il collega si è disquisito sulla partenza in sordina della compagine bianco-verde, ma anche della sfida tra etnei ed irpini. Buona lettura.
Domenico, innanzitutto grazie per aver accettato l’invito della nostra redazione. Avellino al di sotto delle aspettative iniziali. Cos’è che non sta funzionando?
“L’Avellino è la grande delusa di questo inizio di campionato di C. Partita con grandi ambizioni, soprattutto dopo aver raggiunto la semifinale playoff lo scorso anno e dopo i grossi investimenti fatti dal presidente D’Agostino per puntare alla promozione diretta, ritrovarsi ai margini della zona playoff è una grossa delusione per tutti. A mio avviso sono stati fatti errori nella costruzione di questa rosa: sono state mandate via quasi tutte le punte centrali (Santaniello ceduto alla Turris, Bernardotto in prestito, Fella rientrato a Salerno per fine prestito) per prendere solo esterni, bravi ma con poca familiarità con il gol, basti vedere il loro curriculum. E di fatto il problema principale denotato quest’anno è la difficoltà di andare in gol: solo sei gol fatti, peggior attacco, e tanti pareggi. Dopotutto se non segni al meglio puoi pareggiare”.
Nonostante una rosa di tutto rispetto, con elementi di categoria superiore, appunto l’Avellino non ingrana. Quali sono i big che stanno rendendo meno?
“A deludere è stato soprattutto Maniero, si è fatto l’errore di lasciare tutto il peso dell’attacco sulle sue spalle prendendo come alternative due ragazzi interessanti ma a mio avviso non ancora pronti per sostenere il peso dell’attacco di una squadra ambiziosa come l’Avellino, ovvero Plescia e Gagliano. Risultato: con un Maniero in difficoltà dal punto di vista realizzativo, la squadra si è bloccata. Sotto rendimento anche Tito, uno dei migliori della passata stagione e miglior assist-man bianco-verde, sta ora vivendo un periodo di appannamento”.
Stasera gli irpini saranno attesi dalla sfida del Massimino col Catania. In considerazione del momento difficile dei rossazzurri, che gara ti aspetti di vedere?
“Questa sera l’Avellino affronta un Catania alle prese con i problemi societari ma che è però in scia positiva di risultati. Sarà una partita delicata per entrambe, forse più per l’Avellino visto che potrebbe essere l’ultima spiaggia per Braglia: già dopo la sconfitta di Monterosi la società aveva deciso di esonerarlo, poi convinta a rientrare sui suoi passi da una delegazione di calciatori che si sono assunti tutte le responsabilità. Ma un nuovo passo falso potrebbe costargli caro, ecco perché mi aspetto una partita accorta, tirata, tra due formazioni che non vorranno perdere”.
Per quanto riguarda gli undici che scenderanno in campo, c’è già una probabile per l’Avellino? Ci sono novità rispetto all’ultima uscita dei biancoverdi?
“L’Avellino si presenta a questa partita con il nodo modulo e con diversi indisponibili: mancano D’Angelo e Carriero, i fari del centrocampo, mancano Ciancio e Maniero, ancora acciaccati, ma si rivede Kanoute, che si spera possa dare continuità dopo la lunga serie di infortuni. Braglia potrebbe scegliere il 4-2-3-1 o il 4-3-3, nel primo caso giocherebbe Forte tra i pali; Rizzo e Tito terzini con Dossena e Silvestri centrali; Aloi e de Francesco mediani con Micovschi, Kanoute e Di Gaudio a supporto di Plescia (o Gagliano)”.
In base ai punti deboli della squadra di Braglia, chi sono i giocatori del Catania che potrebbe maggiormente soffrire la compagine irpina?
“L’Avellino ha una difesa ermetica, seconda migliore del campionato (il che aumenta il rammarico di un attacco che non decolla) ma se attaccata in velocità potrebbe andare in difficoltà, come domenica scorsa quando Dossena si è fatto sfuggire l’uomo costringendo Forte al fallo da rigore. Occhio anche al centrocampo: il modulo scelto da Braglia potrebbe essere decisivo per fare da frangiflutti alla costruzione del gioco etnea: in una partita così tirata i giochi si potrebbero decidere anche a centrocampo”.