La recente notizia della messa in mora della società rossazzurra, giunta questa mattina attraverso un comunicato dell’Associazione Italiana Calciatori, rappresenta l’ennesimo momento di paura che la città attraversa riguardo alla perdita della matricola 11.700 dopo 75 anni di storia. Adesso chissà cosa ci sarà da attendersi da qui al fatidico venerdì 29 ottobre, giorno in cui il Consiglio d’Amministrazione della Sigi si riunirà per discutere del futuro della società rossazzurra, che rischierebbe così di scomparire a campionato ancora in corso.
Uno smacco, quello della messa in mora, che la città di Catania, emotivamente attaccata ai colori rossazzurri, considerati come un patrimonio storico di valore inestimabile e paragonabile per importanza all’Etna e a Sant’Agata. L’eventualità che questa città possa restare almeno fino ad agosto del prossimo anno senza una società calcistica che la rappresenta preoccupa e non poco addetti ai lavori e tifosi, privati così di un qualcosa che nel fine settimana diventa di vitale importanza, soprattutto per distrarsi dalle fatiche lavorative che durante la settimana mettono a dura prova l’aspetto psicologico di ognuno di loro.
Adesso si chiede per l’ennesima volta chiarezza ai vertici della Sigi, la società che gestisce il club rossazzurro, per capire quali siano realmente le loro intenzioni e per vedere dove vogliono portare questa città da un punto di vista calcistico, data l’assenza quasi cronica di un vero e proprio piano industriale che avrebbe dovuto portare il club rossazzurro ai livelli calcistici che gli competono. In città si sente qualcuno che rimpiange Antonino Pulvirenti, protagonista degli otto anni consecutivi di Serie A e dello scandalo Treni del Gol, che ha portato la società etnea a rivedere la Serie C dopo 13 anni di assenza.
Infine bisogna chiedersi anche se questa notizia della messa in mora della società porti i vertici della Sigi a ragionare e ad agire in tempo per evitare guai peggiori di quelli che già si stanno vivendo attualmente. Se li porta insomma a svegliarsi.