Che il Catania di quest’anno sia la regina dei paradossi è lapalissiano. Squadra che gioca con encomiabile abnegazione mentre mette in mora la società; Izco che mette in mora se stesso; dirigenti che assicurano i pagamenti ai tesserati salvo disattendere i patti verbali e incappare in laute penalizzazioni; club dato per ceduto il 16 gennaio 2020 a un tycoon che poi ne acquisterà un altro e via dicendo…Insomma non mancano gli spunti di riflessione extra-calcistici, potremmo offrire esempi a iosa.
Con disarmante coerenza anche sul campo si verifica un paradosso non indifferente. I rossazzurri infatti vantano il terzo miglior attacco del torneo con 18 reti all’attivo (meglio hanno fatto solo la Turris con 21 e il Bari capolista con 20), ma anche la seconda peggior retroguardia con 17 reti al passivo insieme a Fidelis Andria, Monterosi e Campobasso e (ha fatto peggio solo il Messina con 20).
Il ritorno di Claiton, in termini di esperienza, ha conferito un surplus di solidità alla difesa rossazzurra ma non basta a trovare la cosiddetta quadratura del cerchio. Prosegue la saga degli errori individuali dettati da inesperienza e ingenuità (vedi Monteagudo a Viterbo contro il Monterosi) e, se è vero che le colpe della difesa sono da distribuire equamente con il resto della squadra, evidentemente manca anche il giusto filtro a centrocampo.
Ma l’attacco, con Moro per cui si sprecano aggettivi (e presto milioni e consequenziale addio), Ceccarelli e Russini sempre spumeggianti e concreti, Russotto con la sua esperienza e le sue intermittenti sortite, Sipos che è un talento e che darà il suo contributo, ne siamo certi, appena ne avrà la possibilità, il Catania segna sogni tranquilli.
(Fonte immagine: CalcioCatania.it)