Ai microfoni di Catania Mood, l’ex attaccante dei rossazzurri Alessandro Ambrosi, in rossazzurro nella Serie C 2000/01 per soli sei mesi. Nonostante il poco tempo, il “Re Leone”, così soprannominato dai suoi sostenitori, è rimasto nei cuori dei tifosi del Catania. Proprio per tale motivo, abbiamo chiesto a lui un parere sulla situazione attuale del club rossazzurro e sul momento entusiasmante di chi fa il suo stesso mestiere, ovvero il bomber, cioè Luca Moro.
Alessandro, è un piacere poterti intervistare e poterti chiedere del Catania, quel Catania che in soli sei mesi hai trascinato a suon di gol.
“Grazie a voi per l’invito. Parlare del Catania è sempre un piacere, perché per me è stata una tappa importante. Quella squadra, quei tifosi, quella città, mi sono rimasti dentro”.
Purtroppo, i tempi sono cambiati e sono molto tetri per i colori rossazzurri. Unica nota positiva è la squadra, che nonostante tutto, sta facendo bene. Qual è il tuo giudizio in merito?
“Il Catania sta disputando un campionato molto positivo. I risultati non sempre arrivano, ma sul campo sta dimostrando di essere una compagine che ha valore, sia dal punto di vista tecnico, che da quello umano. Giocare in una situazione come quella che attanaglia il Catania, non è facile per nessuno”.
Di gol tu ne hai fatti tanti nella tua carriera. Il Catania, sorprendentemente, ha il capocannoniere di tutta la Serie C, ovvero Luca Moro, con 13 reti all’attivo. Pensi il ragazzo arriverà presto nel calcio che conta?
“Sta facendo un campionato strepitoso. Realizzare 13 reti in così poche partite e in un campionato non semplice come quello della Serie C è tanta roba. È chiaro che, se continuasse ad andare in rete con questa facilità, non può che arrivare in categorie superiori. Se non sbaglio, già è stato convocato dalla Nazionale Under 20. Speriamo prosegua ad esprimersi a tali livelli”.
Abbiamo parlato delle cose belle. Adesso, parliamo delle cose meno belle. La storia del Catania sembra ormai davvero in bilico: che idea ti sei fatto della SIGI, attuale proprietaria del club?
“Hai detto bene, questo è proprio un tasto dolente. Devo ammettere che l’idea che mi ero fatto inizialmente dell’intervento di questa società per salvare la matricola, credo non fosse quella giusta. In realtà, penso loro avessero degli accordi con qualcuno per rivendere la società, ma siccome le cose non sono poi andate come magari loro pensavano, oggi si ritrovano con una bella gatta da pelare. Purtroppo, devo ammettere che si sono rivelati non in grado di amministrare una situazione complessa come quella del Catania, che tra l’altro già era conosciuta ancor prima che loro rivelassero il club. Credo si sia allungata un agonia di una sentenza già scritta. Me ne dispiaccio molto, perché mi ero fatto una opinione diversa”.
Tu e quei sei mesi con la maglia rossazzurra: qual è il ricordo più bello e quale il rammarico più grande?
“Il più bel ricordo è Catania. Non ne estrapolo uno in particolare, ma rammento con enorme piacere tutto quel periodo. È stata un’esperienza stupenda. Rammarichi ne ho due: la finale persa a Messina, che l’avessimo giocata altre 500 mila volte non l’avremmo mai persa, e poi non aver mai avuto una seconda esperienza in rossazzurro, nonostante ho fatti di tutto per ritornare”.
Facendo tutti gli scongiuri possibili, se il Catania dovesse ripartire da zero, magari dalla Serie D, secondo te ci sarebbe l’interesse di qualche imprenditore importante che possa rilanciare il club?
“Secondo me si, perché Catania è una piazza che fa gola a tanti. Si tratterebbe di una categoria sotto a quella che sta giocando attualmente, ma senza debiti. Quindi perché no. Più che altro, le problematiche potrebbero esserci dal punto di vista tecnico. Ci sono tanti esempi di diverse società che hanno impiegato anni per uscire dalle sabbie mobili dei dilettanti”.
Fonte immagine: TuttoCalcioCatania