E’ sempre più difficile parlare di campo ma, per dovere di cronaca dato che ci troviamo alla vigilia del match, ci sforzeremo di farlo, assurgendo a modello i giocatori.
Umori contrastanti per chi si è già ritagliato un pezzo di storia rossazzurra, Andrea Russotto, alla sua seconda esperienza sotto l’Etna dopo aver costruito la sua famiglia proprio nella terra del liotru, per chi è cresciuto calcisticamente a Catania, Mattia Rossetti, ma è stato sedotto e abbandonato prematuramente, e Simone Russini, match winner al “Massimino” nel recupero di mercoledì contro la Vibonese, giocatore dotato di una velocità e di una qualità che rappresentano un lusso per la categoria.
Se Russotto si è lasciato prendere dal nervosismo e sarà costretto a scontare per squalifica due turni, Russini si gode il buon momento, sottolineando la fortuna di giocare in una piazza come Catania, un lusso da augurare a qualsiasi collega.
Queste, invece, sono le parole dell’ex attaccante del Catania, cresciuto nelle giovanili rossazzurre, Mattia Rossetti, oggi al Campobasso, che ha scelto il suo profilo Instagram per spiegare la sua esultanza nel 4-4 di domenica scorsa al “Nuovo Romagnoli”:
“Catania è la mia seconda casa ed è anche tatuata sulla mia pelle. Mi dispiace aver fatto passare un certo messaggio ai tifosi ma ho sfogato tutta la rabbia che avevo in corpo da troppo tempo.
Il Catania mi ha cresciuto e le sono grato ma mi ha anche abbandonato quando magari meritavo solo un trattamento diverso. Spero che la maggior parte delle persone mi capisca”.
Tre destini diversi: Rossetti, cresciuto a Catania, esulta come se avesse segnato il gol della vita perché, probabilmente, lo è; Russotto non sta attraversando un periodo fortunato pur sacrificando anima e cuore per la causa rossazzurra; Russini invece gioca bene, segna e si gode il suo momento sperando che duri a lungo. Un unico comune denominatore: Catania che, nel bene e nel male, resta sempre nel cuore.
(foto: calciocatania.it)