Izco non sta nella pelle. Per un “catanese d’adozione”, come si autodefinisce, il derby ha un sapore speciale, forse ancora più gustoso di un catanese nativo:
“Ho vissuto quel giorno in maniera non certo ideale: non ho giocato e ci tenevo, abbiamo anche perso. Parliamo d’altro – ha dichiarato Izco, ancora sconsolato, a distanza di nove mesi il capitano del Catania a “La Gazzetta dello Sport”-. Mi ritengo un catanese d’adozione, abito a poche centinaia di metri da Torre del Grifo e vivo questa settimana con la giusta carica.
Nei momenti di difficoltà i tifosi si sono schierati al nostro fianco. Faranno emergere sicuramente qualcosa in più in noi giocatori. La squadra ha già capito tutto, bisogna giocare per la città, per i tifosi, per noi stessi. Dopo tre sconfitte nelle ultime quattro sfide un successo avrebbe un significato doppio, triplo, ci permetterebbe di risollevare morale e classifica.
Siamo sereni e carichi. Potrebbe essere il mio ultimo? Magari sì, per questo voglio vincerlo una volta di più“.
Resta da capire perché potrebbe essere l’ultimo. L‘ultimo in casa prima del ritiro dal calcio giocato o l’ultimo in generale per via delle questioni societarie? Avremmo voluto porgere questa domanda al capitano…
(Fonte Immagine: CalcioCatania.it)