Eccezionalmente di martedì, ritorna l’appuntamento con la nostra rubrica interamente dedicata ai tifosi del Catania: oggi con noi Nando Motta. Al seguito dei colori rossazzurri dall’età di 4 anni grazie al padre ed al nonno, il nostro ospite odierno ci ha raccontato della sua fede per il Calcio Catania. Inoltre, ci ha fatto sapere
qual è il suo pensiero generale sulle ultime tribolate vicende.
Buona lettura!
Nando, innanzitutto grazie per aver accettato l’invito di Catania Mood. Come stai?
“Sto bene e vi ringrazio per aver pensato me per parlare del Catania”.
Queste sono settimane tristi per un tifoso del Catania. Ti va di raccontarci com’è nata la tua fede per questi colori?
“La mia fede per questi colori è nata grazie a mio padre e mio nonno, che sin da bambino, praticamente da quando avevo 4 anni, mi hanno iniziato a portare al Massimino per vedere le partite del Catania. Da quel momento, passo dopo passo, è nata la mia fede e passione rossazzurra”.
Nelle giornata di ieri ci si aspettava la risposta del tribunale sul futuro del Catania e sulla possibilità del prolungamento dell’esercizio provvisorio. Tutto è stato rinviato a domani. Quali sono le tue sensazioni?
“Le mie sensazioni sono queste: in pratica il tribunale ci sta dando una grossa mano, ma adesso la palla passa in mano ai signori della Sigi, cioè se verseranno altro denaro o meno. Cerco di essere fiducioso, ma se devo essere sincero, ho timore che ciò non avvenga”.
Da tifoso rossazzurro, quale sarebbe, secondo te, la migliore soluzione per far si che il Catania possa rinascere: salvataggio titolo sportivo o ripartenza dalla D a giugno?
“Salvataggio o meno il Catania per poter rinascere e ripartire ha bisogno di un gruppo o persona giuridica seria, con progetti importanti ed ambiziosi, che la città e la tifoseria meritano ampiamente. Che sia Serie C o Serie D per me cambia poco. A me interessa che al timone del Catania possa esserci gente capace di riportare il Catania in categorie che gli competono”.
Infine, ti chiedo, come giudichi la scelta di alcuni giocatori di voler andare via?
“Bisogna partire dal presupposto che i giocatori sono dei professionisti e, soprattutto, dei lavoratori. Sfido chiunque a trovarsi in quelle condizioni lavorative e a non farsi due domande sul proprio futuro, magari valutando altre proposte. Quindi non li giudico e li capisco. Mi auguro che si possa trovare al più presto una soluzione e che il Catania ritorni dove merita di stare”.