Per la nostra rubrica Mood Ospite, è un piacere disquisire con l’avvocato e tifoso del Catania Enzo Ingrassia. Una bella chiacchierata con un esperto in materia sulle ultime vicende giuridiche legate al sodalizio etneo. Un approfondimento, con maggiori delucidazioni, su ciò che spetta al Catania da qui ai prossimi trenta giorni circa. Buona Lettura.
Avvocato, innanzitutto grazie per aver accettato l’invito della nostra redazione. Come sta?
“Bene grazie! Ma, come tantissimi, in trepida attesa per le sorti del nostro “Catania”. Sottolineando che quello in tema non è soltanto un problema di natura sportiva, essendo il calcio un fenomeno sociale coinvolgente, per i suoi molteplici risvolti, un’intera Città”.
Finalmente si è aperta l’asta competitiva per l’acquisizione del titolo sportivo. Si aspetta la partecipazione di grossi imprenditori?
“Intanto ritengo di evidenziare che l’asta competitiva è soltanto un primo passaggio per l’acquisizione del titolo sportivo. Chi si aggiudicherà l’asta, alle condizioni economiche stabilite dal Tribunale, acquisirà soltanto il ramo di azienda del Calcio Catania S.p.A.. Il titolo sportivo, con il dichiarato fallimento, è ritornato, ai sensi dell’art. 16 delle norme federali, nelle mani della Federazione. Quest’ultima lo concederà all’acquirente soltanto se lo stesso avrà dimostrato di essere nelle condizioni previste dal successivo art. 52 di dette norme federali. E tra queste, ed in via primaria: a) “Essersi accollato ed avere assolti i debiti sportivi (nel caso de quo circa € 3.000.000,00)”; b) “Possedere un adeguato patrimonio e risorse economiche sufficienti a garantire il soddisfacimento degli oneri relativi al campionato di appartenenza”; c) “Impegnarsi con fidejussione bancaria a soddisfare le obbligazioni derivanti dai contratti stipulati con i tesserati. Quest’ultima è condizione per il rilascio del visto di esecutività di essi contratti”. Insomma soltanto “grossi imprenditori” possono partecipare all’asta con la successiva richiesta alla Federazione di concessione del titolo sportivo”.
Il timore di molti tifosi è legato ad un nuovo tentativo, in questo bando, da parte di alcuni componenti della vecchia proprietà. Crede sia possibile?
“La partecipazione all’asta è vietata esclusivamente a chi tra i soci della SIGI ha avuto, in qualsiasi maniera, potere di rappresentanza nella fallita Calcio Catania S.p.A.. Teoricamente è possibile a tutti gli altri, sempre che, ai fini della successiva acquisizione del titolo sportivo, abbiano i requisiti di cui sopra”.
Da esperto in materia, ritiene sufficiente un mese di tempo per trovare un acquirente in grado di rilanciare il calcio a Catania?
“Catania è una piazza appetibile, e ciò per storia, per tradizione, per passione dei suoi tifosi, per il suo “bacino di utenza”. E questi per chi vuole investire ed è dotato delle necessarie capacità economiche sono secondo me elementi sufficienti per una veloce valutazione, in considerazione che l’investitore non si accollerà il notevole debito societario (circa € 54.000.000,00), bensì soltanto il debito sportivo (ripeto di circa € 3.000.000,00). Io mi auguro che da parte dell’investitore ci sia anche amore! E per meglio dare spiegazione a quest’ultimo pensiero mi piace ricordare come nei miei lunghi anni di collaborazione professionale ed amicale con il Presidentissimo Angelo Massimino, ebbi modo di definirlo “dolce innamorato del suo Catania”.
Si vocifera di tante partenze in rosa, ma non crede che, in vista di un possibile arrivo importante, sia più opportuno per i calciatori attendere lo sviluppo dei fatti?
“Ognuno dei calciatori agirà secondo le proprie esigenze, le proprie prospettive, le proprie richieste di mercato. Ma penso che lasciare una piazza come quella di Catania, per le opportunità che la stessa potrà loro concedere, sarà oggetto di loro attenta riflessione”.