Da circa una settimana è stata indetta l’asta competitiva per l’acquisizione del titolo sportivo del Calcio Catania. Dal momento in cui si sono aperte le danze, sono iniziati a circolare nomi e cognomi di imprenditori vari accostati al club etneo. Prima il gruppo estero con sede legale a Milano, poi un tuffo nel passato con il nome dell’ex presidente Riccardo Gaucci. Il valzer dei nomi si è poi esteso fino a Ferrara, con un presunto ritorno di fiamma di Joe Tacopina. In una sua dichiarazione, infatti, l’avvocato statunitense prometteva di interessarsi per poter trovare acquirenti. Si è giunti, quindi, alle notizie riguardanti la nostra terra e nostri corregionali, soprattutto sponda occidentale, interessati all’affare.
Tutto molto bello, anzi, da tifosi del Catania oltre che da narratori delle vicende rossazzurre, non può che esser diverso l’auspicio. Tuttavia, la sensazione è che, così come già accaduto durante la trattativa con Tacopina, si stia “giocando” alla rincorsa della notizia. Niente di più errato, anche perché, così facendo, si rischia seriamente di spezzare l’interesse di qualsiasi presunto gruppo o imprenditore che, magari, preferisce restare, LEGITTIMAMENTE, nell’anonimato. Non è un rimprovero, lungi da noi, ultimi arrivati, prenderci questo permesso. È soltanto un consiglio, che per primi diamo a noi stessi di Catania Mood, di mettere in circolazione una notizia solo se corrispondente alla realtà al 101%, anche perché creare illusioni in questo momento è molto pericoloso e rischioso, specialmente per un tifoso come quello del Catania che nutre grosse speranze.
Bisogna, invece, mettere sul piatto ogni tipo di eventualità, persino quella, e non sarebbe il primo caso, che l’asta possa essere disertata. Il Catania, come più volte ribadito, a tali condizioni sia economiche che sportive è un’occasione ghiotta. Non è più come mesi fa, quando, per diventare nuovo proprietario del club bisognava prendere dal portafogli fior di milioni. Adesso la strada è maggiormente percorribile, irta di ostacoli, ma con molte meno insidie. Tuttavia, credere e pensare che chiunque possa essere interessato, possa anche ritenere un’opportunità migliore prelevare il Catania a “zero”, seppur da una categoria inferiore, non è utopia. Il consiglio e la direzione unanime deve essere quella di attendere, con le dita incrociate, la giornata dell’11 febbraio, nella speranza che qualche imprenditore facoltoso e lungimirante possa accorgersi di questa opportunità, a nostro avviso ghiotta.
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