Il numero 10 è divino poiché perfetto, in quanto riunisce in una nuova unità tutti i principi espressi nei numeri dall’uno al nove. Per questo motivo il numero 10 è anche denominato Cielo, ad indicare la perfezione di tutte le cose. Anche nel mondo del calcio, lo sport per eccellenza, il numero 10 ha un significato prestigioso. Chi porta questo numero sulle spalle è, o dovrebbe essere, indubbiamente il calciatore simbolo di quelle squadra. L’elemento da cui ci si aspetta estro, fantasia, genialità, molto più della sostanza del calcio, ovvero i gol.
Nel Catania il numero dieci da questa stagione staziona sotto il nome di un giocatore emblema dell’essere catanese: Kevin Biondi.
Classe ’99, nato proprio ai piedi dell’Etna, il centrocampista rossazzurro ha avuto ed ha l’onore di indossare un numero che negli anni ha riempito le maglie di calciatori rimasti nella storia rossazzurra. Da Manca, a De Zerbi, passando per Mascara e per finire con Lodi, tanto per citarne alcuni. Una responsabilità importante, perché quel numero diverso da tutti gli altri ti “obbliga” ad estasiare il pubblico e a regalare la giocata che lascia con la bocca aperta.
Il ragazzo “marca liotru”, ritornato a Catania dopo la celere esperienza in Serie B con la maglia nero-verde del Pordenone, partito in sordina nella fase iniziale del campionato, ha pian pianino guadagnato la titolarità divenendo ultimamente uno dei calciatori più utilizzati da mister Baldini. Kevin ha cercato di ripagare la fiducia del suo allenatore provando a sfoderare delle prestazioni che confermassero la buona intuizione del suo tecnico. Una risposta importante, ad esempio, la si è avuta nella partita più importante per un catanese come Biondi, il derby vinto contro il Palermo lo scorso 12 dicembre. Quella fu certamente la sua miglior prestazione, dove mancò soltanto la via della rete, che per l’impegno profuso avrebbe pur meritato.
Una permormance quella, che lasciava ben sperare: finalmente il talento tanto discusso da chi lo ha visto crescere riesce a deliziare anche con la maglia della prima squadra. Tuttavia, dopo quella prova soddisfacente, Biondi è sembrato ritornare agli standard soliti: un calciatore che sembra possedere una buona dose di tecnica, ma che non riesce a convincere pienamente dando le giuste risposte sul campo. Persino nella gara di domenica pomeriggio a Torre del Greco, dopo un primo tempo opaco, ha cercato di partecipare al pomeriggio positivo del resto della squadra cercando con insistenza la via della rete, ma non riuscendo a lasciare il segno.
Insomma, Biondi deve ancora crescere, questo è fuor di dubbio, e seppur ancora non incanta, nonostante il 10 che porta sulle spalle, la fiducia che gli dà mister Baldini fa ben sperare sul fatto che, passo dopo passo, questo ragazzo potrà definitivamente spiccare il volo e dimostrare le sue qualità, che certamente ci sono. Magari la stagione particolare che si sta vivendo influisce e non poco. Chissà se con una nuova proprietà Biondi non potrà essere il calciatore simbolo su cui rifondare un nuovo undici. Staremo a vedere, ma è fuor di dubbio che ancora Kevin deve dimostrare tanto e dare le risposte a chi, magari, non è contento dell’andamento altalenante della sua stagione.