Lungi da noi additare i tifosi come la causa dei mali rossazzurri, sarebbe ingeneroso per usare un eufemismo. Gli errori che stiamo pagando oggi sono eredità di annose nefandezze, dai “Treni del gol” agli sciagurati giorni nostri, tanto per intenderci.
Ma se il Catania perde in casa, rischiando di sprofondare nei bassifondi della classifica a pochi giorni dal verdetto del Tribunale Federale Nazionale che infliggerà un ulteriore -4 in classifica con ogni probabilità, e il piccolo contributo dei tifosi diventa piccolissimo, anche le residue (presunte) speranze di attirare qualche “pazzo” si assottigliano fino a scomparire.
Col Palermo, anche se a onor del vero il prezzo dei biglietti in curva era il doppio (10€ contro i 5€ di ieri), l’incasso fu di 95.286€. Se la matematica non è un’opinione, con la metà dell’incasso (poniamo 50.000€ a partita, quindi poco meno di 45.000 nette eccettuando le trattenute della Lega e il 10% da destinare alla squadra ospite ), e con la capienza attuale disposta dalle autorità, la cassa in mano ai curatori fallimentari avrebbe rifiatato (con sei partite casalinghe avremmo garantito loro un mese di esercizio provvisorio), utile a indire un’ulteriore asta competitiva o, tribunale permettendo, a proseguire comunque la stagione.
Sembra troppo tardi ormai. La sensazione avanza come un’ombra proiettata sul muro del pianto e, man mano che si avvicina a noi, sembra avvolgerci sotto un macabro mantello. Forse è vero che la speranza è solo un pretesto per ingannare la realtà ma, finché non ci comunicheranno ufficialmente che il Catania è stato radiato, estromesso e sparito dal mondo del calcio professionistico, è nostro preciso dovere immergerci nei suoi colori.
(Fonte immagine: StadioNews.it)