Proviamo a scrivere senza fare nomi e non certo per omertà, ma perché siamo stanchi di leggerli. Ieri, 4 marzo 2022, ventiseiesimo anniversario della scomparsa del Presidentissimo Angelo Massimino, il Catania già fallito, muore. Numero sciagurato questo “22”, era il 22 dicembre quando il Tribunale dichiarò fallimento, poche settimane dopo l’ingresso del nuovo anno, il 2022, eccoci qua a parlare di possibile estromissione, radiazione, annientamento totale.
Non ne poteva più il Cavaliere di squallidi giochi di potere, di arrivisti, di nefandezze a iosa e di schiaffi morali a una città già sfiancata e in pericolosa involuzione urbana, civica, amministrativa. Così, le bocche piene di imprenditori dall’oratoria sagace hanno vomitato parole avvolte da una patina dorata che a qualcuno pareva d’oro, approfittando di un guado d’acqua putrida, habitat naturale di specie adusate agli specchi torbidi.
Massimino era stanco, voleva ritrovare pace. Il congiuntivo non era il suo forte ma, per nostra fortuna, nemmeno il condizionale. Interveniva quando c’era da mettere mano al portafoglio, era avvezzo al presente, al futuro del club, ha commesso degli errori che gli sono costati caro, ma il sale che sparpagliava dietro la porta aveva lo stesso sapore di quello della vita, specialmente quando gira attorno a un pallone: acre al punto giusto, saporito nel retrogusto, tuttavia puro perché estratto alla luce del sole.
Da mesi invece personaggi in cerca d’autore si trincerano dietro sotterfugi, si barcamenano nei teatrini delle false promesse, si prodigano con l’ausilio di verba che volant assumendo fattezze di avvoltoi dalla planata incontestabile, sicuri di sé con il collo incurvato prima e diritto poi, verso la preda, spazzini voraci e instancabili di carni e speranze.
Alla fine ce l’hanno fatta i nostri prodi eroi! Da otto anni a questa parte i vecchi e i nuovi hanno contribuito a una pantomima talmente prolissa e stucchevole da sfiancare anche i fans sfegatati di Charlie Chaplin. E pensare che il film in bianco e nero era stato proiettato dal 1929 senza sosta; e pensare che, dal 1946, pur essendo ancora in regime di radio e, tosto, di tubo catodico, i colori rossazzurri preludiarono a un trionfo cromatico per noi “figli dell’elefante”.
Oggi, nel 2022, dopo aver accettato a malincuore il fallimento sportivo decretato lo scorso 22 dicembre, il sale della vita, lo stesso che Angelo Massimino spargeva in campo a guisa di amuleto sbriciolato come si farebbe con la polvere di stelle, ha smarrito il retrogusto saporito, ha perso le proprietà nutritive dei sogni.
(fonte foto: catania.liveuniversity.it)