Ieri l’imprenditore romano, Benedetto Mancini, era nuovamente presente in Tribuna come nelle due precedenti gare casalinghe. Aveva diramato un comunicato poco prima del fischio d’inizio rilanciando le proprie presunte intenzioni e rimettendosi nelle mani del Tribunale che domani dovrà decidere se prorogare l’esercizio provvisorio, indire un nuovo bando e dare la possibilità a Mancini di aggiudicarsi l’asta dopo il “disguido della PEC” e quello sulla tracciabilità della cauzione pari a 125mila che l’imprenditore sostiene di aver regolarmente versato.
A Catania lo scetticismo è pari alla voglia di non mollare. I tifosi in questo momento storico si appiglierebbero a chiunque ma, badate bene, “chiunque” non fa al caso nostro: un club glorioso come quello rossazzurro deve ripartire da basi solide e persone autentiche, oggi, domani, dopodomani, senza isteria ma con raziocinio.
Speriamo che il Tribunale, dall’alto del suo insindacabile giudizio, prenda la decisione giusta assumendosene le responsabilità: evidenza dei fondi, piano industriale a lunga gittata, garanzie finanziarie tracciabili nell’immediato e in qualsiasi momento e progetti avallati da un business plan minuzioso e approvato da un pool di esperti. “Chiunque” corrisponda a tali requisiti potrebbe accomodarsi anche subito sulla poltrona di Presidente del Calcio Catania.
Ma i requisiti, che si tratti di un bando o di una carica onorifica, devono essere soddisfatti tutti.
(foto: blogisicilia.it)