Dopo aver versato la caparra di 125mila euro, Benedetto Mancini dovrà necessariamente integrare il pagamento di 375mila euro per raggiungere la somma di 500mila. base d’asta anche del terzo bando.
Se non dovesse versarli perderebbe la caparra che è già in mano ai tre curatori fallimentari: i dottori commercialisti Giucastro e D’Arrigo, già componenti del collegio di Ctu nominato dal Tribunale fallimentare, e l’avvocato Basile. SE dovesse palesarsi un’offerta superiore a 500mila euro da parte di altri imprenditori interessati ad acquistare il ramo d’azienda sportivo del Calcio Catania, Mancini recupererebbe la caparra.
A onor del vero, Benedetto Mancini è stato l’unico, in tre aste competitive, a manifestare un interesse concreto nonostante alcuni “incidenti di percorso”. Un piano industriale e un aumento di capitale immediato saranno i primi obiettivi dell’imprenditore romano a cui non basterà l’integrazione di 375mila euro per convincere la curatela: serve un progetto serio e certificato in mano al Tribunale.
Capitolo Torre del Grifo
Se Mancini, chicchessia, dovesse assicurarsi il Calcio Catania, il passo successivo sarebbe intavolare una trattativa con il Credito Sportivo che, come afferma “La Gazzetta dello Sport” sarebbe disposto a spalmare ulteriormente le rate del mutuo. Tutto con l’ombra di ex soci SIGI sempre alle spalle.
(fonte foto: tuttocampo.it)