Ritorna l’appuntamento settimanale con la nostra rubrica interamente dedicata ai sostenitori rossazzurri. Oggi è nostro ospite l’amico e grande tifoso Manlio Fasone, con il quale si è disquisito sulle ultime novità in casa Catania.
Buona lettura!
Manlio, innanzitutto grazie per aver accettato il nostro invito. Come stai?
“Ragazzi buongiorno, va tutto bene e grazie per l’invito. È sempre un piacere stare a parlare del Catania, anche in questi tempi drammatici”.
Veniamo al Catania. Che idea ti sei fatto della vicenda Mancini?
“La vicenda Mancini purtroppo si evolve nel rispetto delle sue credenziali di professionista abituato a lasciarsi dietro delusioni, polemiche ed azioni mirate alla ricerca dell’affare facile. Anche a Catania ne piangeremo le conseguenze”.
Come giudichi l’operato dei curatori, del Tribunale e della stessa FIGC?
“Con tutta sincerità, ero convinto che la correttezza e la legalità di questa vendita del ramo d’azienda sarebbero state garantite ma non è proprio così.
Evidentemente ci stanno tante pressioni a tutela di interessi che noi sconosciamo. Continuiamo a far ridere di noi l’Italia intera e non ci viene ancora data la possibilità positiva o negativa di mettere fine a questa assurda farsa”.
Reputi la piazza, intesa come tifoseria, avrebbe potuto fare di più per bloccare sul nascere certe situazioni che, ad oggi, si stanno rivelando non all’altezza?
“Assolutamente sì, viviamo in una piazza pigra ed indolente. Pur di stare tranquilli, lasciamo che tutto accada ed il trascorrere del tempo ci metta una pezza.
Non vogliamo e non siamo capaci di tutelare la nostra “Robba”. La maggior parte di noi, pur avendo capito chi fosse SIGI, ha consentito che questa continuasse spedita ed indisturbata verso il baratro. Nota dolente la stampa locale, buona parte di questa ha fatto vestire certi individui da eroe e salvatore, continuando ancora adesso ad essere possibilista ed a dar credito anche al sig. Mancini. Le fazioni tra i tifosi che hanno colpevolmente creato e le conseguenti liti e turbative, li commentiamo già da un po’”.
Se fossi nei panni dei giocatori o del mister, come vivresti questa situazione davvero paradossale?
“Continuerei a dare l’anima, così come hanno fatto sino ad ora. Questi ragazzi ed il loro capitano hanno scritto una pagina di calcio che non c’è più. Il ricordo del Catania anni 60 che giocava senza beccare una lira o con i piccoli prestiti di mister Di Bella, per diversi mesi, rivive grazie alle gesta dei calciatori attuali. Amore puro per la maglia che dovremo sempre riconoscere da parte loro. Sono in tanti tra i colleghi viziati e più fortunati che dovrebbero apprendere la lezione”.