Il Catania registra solo voci e rumors. L’unica certezza, ahinoi, si era avuta alla terza asta competitiva, ma non abbiamo né la voglia né il coraggio di ripetere le generalità di quel ciarlatano.
Oggi la realtà appartiene al nulla cosmico a poco meno di un mese dall’esclusione dei rossazzurri dal campionato di Lega Pro: arabi, italo-americani, la cordata del Nord Italia, Riccardo Gaucci e i soliti nomi degli imprenditori catanesi che cercherebbero di fare squadra. Ma quando? La realtà è che gli approcci, finora, sono stati timidi, vuoi per le spese vive che dovrà affrontare la nuova proprietà tra iscrizione, affiliazione, calciomercato, Torre del Grifo, organico e staff tecnico e settore giovanile da ricostruire ex novo.
Persa la Serie C, i costi per la Serie D sono esorbitanti perché nonostante l’azzeramento del debito sportivo che ammontava a 3,6 milioni di euro, una categoria più giù e un parco giocatori inesistente rappresentano una spada di Damocle per chi verrà.
Se sull’altro versante dell’Isola la due diligence sta completando le operazioni che condurranno al buon esito della transazione con il fondo del City, a Catania le trattative vere e proprie devono ancora iniziare. Si attende con ansia il Consiglio Federale della FIGC, il prossimo 18 maggio, per ottenere il titolo sportivo in Serie D ma, nel frattempo, chi fosse interessato cerchi di ottenerla ufficiosamente questa risposta e si faccia avanti con decisione.
(foto: Iamcalciocatania)