CATANIA, spettatrice delle promozioni altrui. Torneranno prima o poi i vessilli in piazza a sventolare come nel lontano 2006?
Maggio, si sa, è il mese delle promozioni. Le compagini meglio attrezzate, dopo un campionato disputato alla grande, raggiungono i loro obiettivi pre-stagionali. Ieri sera, ad esempio, è toccato a due piazze storiche del calcio italiano: Cremona e Lecce. I grigiorossi sono ritornati in Serie A ventisei anni dopo l’ultima volta; i pugliesi, invece, hanno ottenuto la seconda promozione in massima serie nel giro di pochissimi anni. Naturalmente, nelle due città interessate, al triplice fischio finale sono scattati i classici festeggiamenti con tanto di caroselli e vessilli a sventolare in piazza.
A 1.281 chilometri da Cremona e a 583 da Lecce, invece, regnava il silenzio più totale: il silenzio in questione avvolgeva, ed avvolge ancora oggi, la città di Catania.
Un silenzio assordante e stancante lungo 16 anni
Sono trascorsi sedici anni dall’ultima volta che, in un caldo pomeriggio di fine maggio, toccava ai tifosi del Catania vivere una gioia così grande. Era il 28 maggio 2006, data che difficilmente potrà abbandonare la memoria dei sostenitori rossazzurri: il club etneo, dopo lunghi 23 anni, si riaffacciava nella massima serie italiana. Dopo anni difficili, fatti di battaglie sia fuori che dentro dal campo, finalmente toccava anche al popolo catanese. Sembra come se fosse ieri, ma da quella fantastica giornata sono trascorsi più di 5.000 giorni e, ahinoi, sono cambiate davvero tantissime cose. Su tutte, il fallimento di quel grande Catania, che ha raggiunto il suo epilogo, con l’umiliante esclusione dal campionato di Serie C, giunto ormai un mese fa.
Invidia e rabbia…e nel frattempo non si scorge nulla all’orizzonte
Certamente non è facile per i tifosi del Catania stare a guardare, ogni maledetto mese di maggio, le feste delle altre piazze. Difficile evitare un’esplosione di invidia e di rabbia. Ci mancherebbe, il calcio è fatto di cicli, e il Catania ha avuto il suo ciclo entusiasmante, lo si è scritto nel paragrafo precedente. Le sensazioni negative, tuttavia, aumentano anche per un altro motivo, probabilmente quello più significativo. Okay, il ciclo del Catania si è consumato già, adesso tocca alle altre (la Cremonese mancava dal grande calcio da 23 anni), ma, dopo le cocenti bastonate degli scorsi mesi, cosa si sta CONCRETAMENTE facendo nel capoluogo etneo per arrivare, passo dopo passo, dove ieri sera sono arrivate Cremonese e Lecce?
Tutto tace…si ha realmente intenzione di far rinascere il Catania? Si o no?
Com’è risaputo, in queste settimane l’argomento che tiene banco è il bando comunale per permettere ad un possibile compratore l’acquisizione della nuova società e, allo stesso tempo, la collocazione del Catania in un campionato tra Serie D ed Eccellenza. La Cremonese, che vogliamo continuare a prendere come esempio calzante in questo nostro articolo, ritorna nella massima serie grazie ad un progetto che negli anno ha portato i grigiorossi dai campi di Meda a Thiene, all’ansia di tornare a calcare, tra qualche mese, San Siro. Perché a Catania è così difficile gettare le basi per un progetto importante? Perché quando si è presentata l’occasione giusta (Joe Tacopina) la si è fatta “ingenuamente” scappare?
Bisognerebbe prendere spunto da queste realtà per ridare lustro ad una piazza che, inesorabilmente, sembra aver perso quella fame di vittorie che l’ha spesso contraddistinta. E dovrebbero farlo tutti, nessuno escluso, altrimenti continueremo, ancora per diversi anni, ad osservare malinconicamente i festeggiamenti altrui!
Fonte immagine: TuttoNapoli.net