Vigilare, vigilare e vigilare…un loop per garantire il calcio a Catania, mai stato così in discussione
Se a Palermo si sogna ad occhi aperti, a Catania prendere sonno è missione ardua, perlomeno lo è per chi tiene davvero all’ormai defunto Calcio Catania, ma spera in una rinascita. Il pallone non rotola più al Massimino da oltre un mese, ma da quel 9 aprile vige uno stato di quiescenza totale su tutti i fronti possibili.
No, non è uno scherzo, è un’amara verità. A parte le dichiarazioni fac-simile da parte di alcuni membri comunali, a parte le interviste a presunti intermediari di operazioni estere che rimembrano le peggiori burlesche commedie teatrali, la fa da padrona la staticità, la involuzione di uno scenario che, considerate le dolorose giornate vissute dai tifosi rossazzurri, probabilmente doveva già garantire prospettive appaganti. Invece no, il solito subbuglio tutto stile catanese che non porta a nulla.
E poi c’è pure il silenzio assordante di chi invece dovrebbe alzare la voce a difesa della propria città. È vero, non c’è più la matricola 11700, non c’è più il ’46, ma un disinteresse così robusto, onestamente, era ed è inaspettato.
In fin dei conti, il sostegno dato ai ragazzi in rossazzurro fino a quel 9 aprile, non era più rivolto a quegli ideali, ma ad un gruppo di ragazzi che, se tutto andasse come normalmente dovrebbe andare, potrebbe ricrearsi e, perché no, potrebbe far rivivere nel tempo nuove emozioni. Eppure, la sensazione è che interessi poco.
A Catania si va controcorrente: perdere tempo, anziché cercare una via d’uscita
Succede che, quindi, ancora una volta si crea un vero e proprio bailamme. Si fa confusione su tutto, così come si è fatta per mesi, anzi, ad essere onesti, per anni. Da chi dovrebbe trasmettere fiducia, arriva soltanto un’enorme senso di disorientamento. Tanto forte da creare un grosso malinteso su un qualcosa di ovvio, vale a dire la preparazione del bando prima dell’assegnazione della categoria da parte della FIGC.
Mentre in tutte le altre piazze l’iter seguito è sempre stato lo stesso, qui si vuole fare differentemente, non si comprende bene se per impreparazione ad una dinamica totalmente nuova, o per altro.
Fatto sta che, tra chiacchiere e malintesi, il tempo scorre inesorabilmente, e l’unica certezza che si ha è che ancora non esiste alcun bando. Tra le varie motivazioni date c’è quella relativa alla fine dei campionati. Non si comprende il perché una Serie D non ancora completata debba rappresentare un vincolo per la situazione del Catania, secondo noi non pertinente con la fine del torneo dilettantistico. È vero che in altre piazze si è giunti fino a luglio, ma è altrettanto vero che in altre piazze, Modena docet, il bando si è attivato a marzo e, a meno di un’annata particolare, nel mese primaverile non sono mai finiti i campionati.
Basta stratagemmi…ripartire degnamente è unica strada possibile
Non vorremmo che dietro il prolungarsi del tempo, ci siano dei grovigli da sgrovigliare. È già successo, e non è stata azione che ha portato benefici, anzi.
Urge un repulisti sotto tutti i punti di vista, allontanando tutti insieme, Comune in primis, stratagemmi vari per riuscire a spolpare il piatto più gustoso, situato alle pendici dell’Etna. A buon intenditore, poche parole.
Bisogna immettere tutti insieme le rispettive forze, così come già stanno dignitosamente facendo alcuni tifosi, per riuscire a dare un senso ad una storia che, onestamente, al momento un senso non sembra avercelo.
Il non aver dato il Catania a Joe Tacopina è costato delusione e dolore. Commettere lo stesso errore, stavolta sarebbe letale.
Ripartire degnamente è il minimo sindacale. Non esistono altre strade percorribili. Sarebbe una perdita di soldi e di tempo per chiunque ci stia solamente pensando.
La Serie D dovrà essere un viaggio di andata e ritorno molto fugace, e per far si che ciò avvenga, bisogna investire competenze e denaro, quelli che sono mancati negli ultimi anni e che hanno condotto al disastro attuale.
Vigilanza, l’unica arma a disposizione della piazza intera. È giunto il momento di interrompere ogni presa di posizione, perché continuare a far passare giorni, settimane e mesi nella più totale apatia, rischia di creare un danno di proporzioni immani per una città che, francamente, è già colma di magagne.
Che si salvi, tutti insieme, e senza artifizi vari, l’unica cosa che può ridare un minimo di lustro ad una città che, mestamente, sta rischiando di esternare gli utlimi vagiti di una sofferenza senza fine. CATANIA SVEGLIA!!!
Fonte immagine: Mostrasignorelli