Ai nostri microfoni Luca Allegra (ItaSportPress) ha risposto alle nostre domande sulle ultime vicende che orbitano attorno alla Catania calcistica.
Inevitabile chiedere un parere sull’avvento, ai piedi dell’Etna, dell’imprenditore italo-australiano Ross Pelligra, che ha già letteralmente fatto impazzire la tifoseria rossazzurra.
Luca, innanzitutto grazie per aver accettato il nostro invito. È sempre un piacere disquisire con una persona preparata come te.
“Buongiorno ragazzi, siete gentili. Vi ringrazio per la vostra cortesia”.
Ieri è iniziata l’era Pelligra al timone del Catania, con tanto di festeggiamenti allo stadio “Angelo Massimino” per la “Giornata dell’Orgoglio Rossazzurro”, un evento organizzato dai ragazzi delle curve. Qual è la tua prima idea generale su quanto accaduto in questi ultimi giorni?
“Sono ottimista. La scelta del Pelligra Group è la migliore delle opzioni possibili alla luce della forza economica del sodalizio di cui parlasi. Bisognerà però calarsi prima possibile nella realtà e non credere di potere vincere per il mero blasone. Non è scritto da nessuna parte che questo avvenga. Neanche in D”.
Dante Scibilia è, indubbiamente, una figura di rilievo, fondamentale nell’iniziativa che ha condotto alla preferenza guadagnata da parte del Comune di Catania. Quanto pensi possa essere importante l’affiancamento a Ross Pelligra del signor Scibilia?
“Scibilia è un professionista di alto livello che non presta le sue competenze professionali se non per progetti dallo standing acconcio. Da questo punto di vista è una garanzia di serietà. Attendo con la dovuta curiosità gli uomini di calcio che saranno scelti, DS in primis. Le sorti del nuovo Catania passeranno da queste scelte: non occorre sbagliarle. Qualcuno ha parlato di Pellegrino: non sarebbe il nome adatto per ripartire con rinnovate ambizioni”.
Credi possa aver influito nella scelta finale del Comune di Catania la pressione mediatica fatta da parte della tifoseria rossazzurra, letteralmente impazzita per l’imprenditore italo-australiano?
“La scelta era ovvia, nessuna persona normale avrebbe potuto preferire una delle alternative sul tavolo. Il Comune non ha particolari meriti in questo senso: anche un bambino di prima media avrebbe operato nel medesimo modo. I tifosi – chiaramente – si sono schierati con la proprietà più munifica. Li comprendo. In generale mi piacerebbe più low profile: dalle nostre parti si eccede sempre per cortigianeria e sovrabbondanza di emotività”.
Oltre al gruppo Pelligra, e a tutto ciò che nelle prossime settimane prenderà forma dal punto di vista societario, quali sono, secondo te. gli altri aspetti che dovranno mutare rispetto agli ultimi anni per far si che, davvero, Catania possa tornare in alto?
“L’ambiente dovrebbe crescere molto. E non sono affatto sicuro che sarà in grado di farlo. La nostra città sprizza provincialismo da tutti i pori: la politica ricerca il semplice consenso senza sapere programmare alcunché e temo verrà messa alle strette da un gruppo che invece chiederà, comprensibilmente capacità di pianificazione professionali di lungo periodo. La stampa ha un livello da terzo mondo: capace solo di omaggi e marchette. Vederla all’opera fa oggettivamente arrossire”.