C’è chi si sveglia la mattina per fare il pane, chi per recarsi al proprio studio legale, chi siederà davanti alla cattedra per spiegare Dante Alighieri o Platone ai propri alunni, chi accende il mare notturno con una lampara e chi, come Rosario Pelligra, lavora 100 ore a settimana. Non siamo tutti uguali, ognuno ha le proprie inclinazioni, ciascuno di noi contribuisce al benessere altrui offrendo i propri servizi, ma c’è sempre chi primeggia, chi “esagera”, chi ha una marcia in più e guai a provare invidia: è un toccasana, per tutti coloro che hanno la fortuna di finire nella sua orbita.
Il presidente del Catania è uno stacanovista, un insaziabile, un fiume in piena. Ha dichiarato ieri ai canali ufficiali del club che praticamente dorme, mangia e lavora e, se includiamo pranzi e cene di lavoro, lavora anche mentre mangia. Il successo non arriva mai per caso e la scalata di livello globale condotta da Pelligra, proprietario di oltre 250 aziende sparse per il mondo, Catania SSD inclusa, è dovuta a una cultura del lavoro che spera di inculcare allo staff dirigenziale, a quello tecnico e ai calciatori con cui ha discusso ieri a Ragalna.
Oggi ripartirà per l’Australia e, con wi-fi acceso anche in aereo, lavorerà anche durante il lunghissimo volo. Costruire successi significa sudare, dannarsi l’anima: i giocatori del Catania, che stanno vivendo un’atmosfera da Serie A, in campo e fuori, con le migliaia di abbonati che ogni giorno sottoscrivono una tessera per assistere alle loro gesta, devono estraniarsi dalla magnificenza per 90′ e ricordare che militano in D, in quarta serie. Può sembrare banale ma è una conditio sine qua non per produrre i risultati che questa rosa merita sulla carta per qualità.
(foto: ciaktelesud.it)