La prima sconfitta è arrivata dopo un periodo in cui si sono susseguiti tre pareggi esterni e vittorie casalinghe stentate e senza il bel gioco richiesto da parte della piazza. Persino chi si accontentava dei “maccarruni” stavolta è rimasto insoddisfatto dinanzi all’ennesima prova incolore.
E’ questa la Serie D: si vince senza dare spettacolo, e va bene, si perde senza dare spettacolo e non va più bene. Il vento degli episodi non può sempre girarti a favore ed è allora che il gruppo deve fare cerchio e cercare di intervenire laddove possibile, sulla testa, sull’approccio, sulla mentalità vincente che non si costruisce in un giorno ma previo percorso il cui iniziatore deve essere la guida tecnica.
Il Catania non ha brillato ma ha sempre vinto le sue partite in casa, è in trasferta che deve invertire la rotta. La squadra appare scarica, alcuni sostengono che sia demotivata ma questo è assolutamente in controtendenza con l’entusiasmo che i ragazzi non hanno mai smesso di sbandierare e non si tratta solo di esternazioni social. Il sacro fuoco della capolista che vuole ammazzare il campionato semplicemente perché deve non si è estinto ma la fiamma va alimentata. Al di là degli interventi mirati sul mercato che la società piazzerà appena possibile, la squadra deve ritrovare concentrazione. Ultimamente, tra cerimonie in giacca e cravatta e feste natalizie anticipate, la squadra dà l’impressione di aver smarrito la bussola. Natale è tra poco meno di una settimana e abbiamo già buttato via tre punti a Santa Maria di Castellabate, vittoria storica per loro, sconfitta storica per noi.
Ecco, ripartiamo da qui, dalla consapevolezza: il Catania, a detta del vice presidente Vincenzo Grella poco prima del fischio d’inizio, “squadra costruita per vincere con un organico folto in ogni reparto“, e come biasimarlo (?!), può permettersi uno scivolone del genere? E il problema non è tanto la sconfitta in sé (nessuna squadra vince tutte le partite di campionato senza incappare in fisiologiche sconfitte), ma come è maturata: fino al gol subito i rossazzurri non sono stati in grado di imbastire manovre offensive degne di nota e, anche dopo il pareggio, non hanno mai provato a chiuderla fino a subire la rete del k.o.
Si deve ritrovare il Catania, dal punto di vista mentale, ma anche atletico. La folle rincorsa iniziata in agosto richiede una pausa che, fortunatamente, arriverà dopo il match di mercoledì al “Massimino” contro il Trapani (ore 14,30). Non ci sarà il pubblico delle grandi occasioni data la fascia oraria infrasettimanale ma torneranno le curve rossazzurre a incitare la squadra (non è un caso che la prima sconfitta sia arrivata in uno stadio orfano dei nostri tifosi).
La pausa è un toccasana, si riprenderà l‘8 gennaio 2023 e occorre battere il Trapani senza tanti fronzoli, come viene, prima di ricominciare il percorso con maggiore consapevolezza nei propri mezzi e senza dilapidare punti. Non è successo niente di grave, di irreparabile, Locri e Lamezia ci hanno rosicchiato un punto ma il gap di 10 è incolmabile. Come spesso hanno dichiarato dirigenti e calciatori: l’unico avversario del Catania, è il Catania. Non dimenticatelo ragazzi e vincete contro voi stessi.
(foto: catania ssd)