Un Marco Palermo a tutto tondo si è concesso ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport“, parlando di recente passato e attualità, senza guardare troppo al futuro, un po’ per scaramanzia e un po’ perché è giusto così, è ancora troppo presto per fare calcoli e il ragazzo, catanese e nella piena maturità calcistica, sa esattamente come gestire questa delicata fase della stagione agonistica:
“Io, Lodi e Rizzo portiamo in dote maggiore esperienza ma anche quando ha giocato un 2004 come Vitale è stata quasi la stessa cosa. C’è voglia e determinazione anche in allenamento. Ci sentiamo tutti titolari e non è una frase di circostanza.
Ragusa? Volevamo partire forte. La classifica? Per ora cerchiamo di non guardarla, Ferraro è stato chiaro: le prossime partite saranno 16 finali. A Catania io ci sono nato. Qui si avverte la pressione del pubblico ma è positiva, diversa dalle altre piazze. Ogni settimana è giusto cercare la vittoria.
La pausa è stata una manna dal cielo. Avevamo bisogno di riavvicinarci alle famiglie per ricominciare con lo stesso ritmo, prima c’era stato un lieve calo. Ci saranno 1.800 tifosi catanesi anche a Locri contro il San Luca? Ai compagni che non conoscevano direttamente la nostra realtà è bastato scendere in campo e guardare curve e tribune“.
(foto: catania ssd)