Li notiamo quei “like” sulla nostra pagina Facebook e sui singoli pezzi pubblicati, di tifosi del Catania sparsi per il mondo. Nomi inglesi e cognomi della Trinacria: storie decennali, alcune centenarie, che si mescolano e si congiungono sotto un’unica radice comune: Catania.
La nostra città, quella del terzo aeroporto più trafficato d’Italia, la stessa piena di contraddizioni e limiti, la forza della storia che connota il nostro presente, è motivo d’orgoglio per migranti e residenti, incazzati con le amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo senza apportare migliorie all’impianto urbano e civile (anzi!), lasciando storicamente inespresse le potenzialità della nostra piccola metropoli mediterranea aspirante ad hub aeroportuale dell’intero bacino.
Il presidente del Catania SSD, Rosario Pelligra, è uno dei tanti “figli della nostra terra”, è nipote dello stesso sole che solcava le prime rughe sul viso del nonno, discendente del nostro mare, un moto ondoso che fa il giro del pianeta per bagnare la costa della Sicilia orientale e quella dell’Australia meridionale. Sembra incredibile, a oltre 16.000 km, eppure è lo stesso mare.
A “Cataniamondo” c’è un cuore che batte all’unisono. E’ un martello pneumatico, è lo stridulo cinguettio di un uccellino che fischietta nel petto di chi vibra amore per la nostra città a distanza di chilometri, o di decenni. Abbiamo accolto Rosario Pelligra affibbiandogli immediatamente il diminutivo “Saru” per sentirlo nostro, lui che è già “nostro” perché appartiene alla medesima terra d’origine, di chi la vive, di chi la viveva o di chi ce l’ha solo raccontata, tramandandola attraverso aneddoti e colori talmente nitidi da regalarcene un pezzettino vero da cucire sul nostro cuore.
Centro sportivo e ampliamento dello stadio, calciomercato e progetti futuri riempiono, a ben donde, le pagine di quotidiani cartacei e online da mesi. Ma, a ventiquattro ore dal match contro la Mariglianese, dopo tante vittorie e con l’obiettivo-promozione che s’avvicina, domenica dopo domenica, come un corridore al traguardo, volevamo concentrarci solo sul bello, sull’estetica del calcio che è tornata a impreziosire i nostri pomeriggi, barocchi e arcadici, respirando solo l’erba del “Massimino”, che ci inebria di ricordi e di vanto, sotto un mite zeffiro capace di chiudere le pagine di libri contabili, serrare le porte dei tribunali, tappare gli orifizi farneticanti di chi dava fiato a strombazzate scordate.
Si macinano chilometri, si prendono aerei, si litiga con mogli e fidanzate, si dribblano, con rispetto ma con fermezza, battesimi, comunioni, cresime e matrimoni: il Catania vince su tutto, e non perché sia più importante di qualsiasi legame, ci mancherebbe, solo perché è la cosa più importante di cui non abbiamo bisogno, eppure senza Lui non saremmo capaci di essere felici né rendere felici le persone di cui abbiamo bisogno per vivere…
Solo chi ama davvero la maglia rossazzurra comprenderà questa dissertazione apparentemente strampalata.
(foto: www.cataniassd.com)