La prima da “allenatore titolare” di Michele Zeoli inizia con due infortuni: prima si fa male Cianci, capocciata e sanguinamento alla nuca che lo costringono a lasciare il campo, causa capogiri, poi Cicerelli che si tocca il flessore (speriamo si tratti di una semplice contrattura). Per il resto, se si eccettuano gli ultimi tre minuti in cui un timido e modesto Potenza si è affacciato dalle parti di Furlan con tre conclusioni fuori dallo specchio (bella, stilisticamente, la sforbiciata di Caturano che voleva imitare Dany Mota del Monza), l’atteggiamento de Catania, quanto meno voglioso ma confusionario e timoroso, non è sufficiente a meritare gli applausi del Massimino dopo le recenti, inguardabili prestazioni, soprattutto in trasferta, ma non solo a dire il vero. Troppo poco anche se si tratta pur sempre di un “malato cronico” alla ricerca di una cura sperimentale che possa salvargli la vita.
Nel secondo tempo il Catania ci prova con maggiore veemenza e convinzione eccetto negli ultimi metri dove Marsura e Costantino si mangiano tre gol praticamente fatti: era più facile segnarli che sbagliarli e, di mestiere, fanno rispettivamente “attaccante esterno” e “punta centrale”, comprati appositamente per depositare quella benedetta sfera alle spalle del portiere avversario, ma in questo campionato i gol degli attaccanti, strano a dirsi, sono divenuti merce rara nel metaverso rossazzurro.
Ovviamente abbiamo rischiato anche di perderla, ma Furlan e Salvatore Monaco si sono immolati salvando il risultato. Bisogna ripartire dalla prestazione fornita nel secondo tempo, di carattere finalmente, ma i fischi del Massimini, senza vittoria, sono ampiamente condivisibili soprattutto dopo i primi 45′. Zeoli avrà tanto da lavorare e non lo invidiamo.
(foto: Catania FC)