E mentre discutiamo di Padova-Catania e di Catania-Giugliano a porte chiuse, incombe inesorabilmente il giorno della partita. Quarantotto-ore-quarantotto, non chissà quando e chissà come: dopodomani carusi.
Il rischio di perseverare nell’errore è assai elevato. Già con la Turris club e squadra hanno spostato il mirino dell’attenzione nella sfera extracalcistica auto-fornendosi un alibi per l’ennesima sconfitta nella partita più importante dell’anno. Incapacità di isolarsi oltreché palese incapacità tecnica. Forse sfugge che, d’ora in poi, ogni match è quello dell’anno, alla luce della classifica imbarazzante in cui siamo invischiati.
Perciò, non sarebbe l’ora di andare in ritiro per un mese e farsi un…..così, per una volta? Perché finora queste belle ballerine hanno danzato in campo con la leggiadria di danzatrici classiche, con la delicatezza di sposine illibate, peccato che siano gli attori principali di un teatro che si chiama “stadio”, peccato che dovrebbero sfoderare un ardore da pugili trasformando il campo in un ring, non certo sganciando montanti agli avversari, ma lottando, termine sconosciuto dalle parti del Cibalino.
Ma possibile? Anche quando giocavo la partitella amichevole del lunedì con gli amici avevo più voglia di vincere di queste donzelle traballanti, che hanno paura di rischiare la giocata, paura di tentare il dribbling, paura degli spettatori ma non temono, a quanto pare, le innumerevoli figuracce inanellate con spaventosa regolarità e senza rossore.
Siete irrispettosi nei confronti di una città intera e Grella, lo ribadiamo, ne ha le colpe fino all’unghia del piede perché vi ha scelti, voluti e pagati lautamente. Porte chiuse, forse un bene per questi giocatori che non meritano la nostra spinta. Siamo stanchi, abbiamo finito parole e pazienza. Voi invece avete ancora la possibilità, immeritata, di redimervi parzialmente. Fatelo giovedì.
(foto: Catania FC)