Analizzando la stagione del Catania in campionato diremmo: pazzo chi crede che questa squadra possa ambire alla promozione in Serie B. Poi, però, se diamo uno sguardo al cammino in Coppa Italia cambiamo subito idea dato che i rossazzurri sono stati capaci di sbarazzarsi di Pescara, Crotone, Rimini e Padova in finale, riuscendo anche a ribaltare i risultati nell’arco dei 180′ (dato in controtendenza rispetto ai passivi maturati durante le partite di campionato dove, nei 90′, non siamo mai stati capaci di remuntada).
La verità, a nostro parere, sta sempre in mezzo. Se il gruppo riuscirà a compattarsi come mai prima d’ora, se tutti remeranno verso lo stesso obiettivo, il Catania, come ha dimostrato in Coppa, sa come gestire energie fisiche e mentali quando l’obiettivo è vicino (passaggio del turno o finale), e riesce a giocare senza alcuna pressione.
Individualmente, la rosa del Catania è di valore, lo dicono i numeri e i curricula dei giocatori, ma una squadra di figurine non fa quasi mai la differenza (magari in Serie D ma nel professionismo servono altri valori). Hanno tanto da farsi perdonare questi ragazzi, perché non cogliere un’occasione unica come questa? Per vincere, come del resto è accaduto in Coppa Italia, occorre anche il contributo della fortuna, quindi rosa al completo senza defezioni (e, al momento, ne abbiamo una pesante che si protrarrà fino a fine mese: Peralta), scelte arbitrali congrue e, soprattutto, prestazioni all’altezza della maglia che portano. Il nostro pubblico farà il resto.
(foto: Catania FC)